Caso Cunial, Pd e Forza italia chiedono le dimissioni di Colletti

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Sara Cunial questa mattina alla Camera non si è vista. Magari medita su cosa rispondere su quella strana vicenda dell’Italygate che la vede protagonista. E’ stata lei a portare in un carcere di Salerno degli “stranieri” a parlare con un italiano detenuto e in cerca di informazioni su come l’Italia aveva fatto perdere le presidenziali a Donald Trump

Da Donald Trump alla deputata no-vax Sara Cunial: chi sono i protagonisti dell’Italygate

L’aula stamattina era aperta per le interpellanze urgenti del venerdì mattina. Solita routine. La lettura del processo verbale, i soliti 100 deputati in missione, il deputato forzista Gianluca Rospi, ex grillino, che ci ripensa e dopo un giro in Coraggio Italia approda a casa di SIlvio Berlusconi, le abituali scaramucce verbali fra il gruppetto di deputati sparsi nell’aula vuota e i sottosegretari.  Il brivido poteva arrivare dalla deputata no vax: magari  si presenta al portone di Montecitorio e. forte della decisione dell’ex collega grillino Andrea Colletti, presidente del Consiglio di Appello, chiede di entrare senza mostrare il Green pass.

Tutti curiosi di sapere cosa avrebbero fatto commessi e funzionari, chi l’avrebbe accompagnata al suo posto in tribuna, chi le avrebbe impedito di accedere ai luoghi comuni. Per lei i questori hanno stabilito  che non può mangiare al ristorante della Camera o prendere un caffè alla buvette. E quando si presenterà in commissione dovrà stare lontana dagli altri almeno un metro. Con mascherina d’ordinanza. Impensabile che tenga una conferenza stampa nei locali della Camera. Tutti a chiedersi quale bagno potrà usare. Perché, come ha spiegato Colletti lei ha il diritto di rappresentare quel pezzo di popolo che non  vuole i Green pass e deve entrare alla Camera. Ma gli altri invocano il principio di uguaglianza di fronte alla legge, evocano la casta. E alla fine hanno anche paura

Tanta paura che anche oggi la Cunial  dopo la decisione del presidente del Consiglio di Appello è nel cuore e nella mente di molti deputati. La soluzione trovata  dai questori  entra ma ha spazi di manovra limitati, non convince nessuno. In un miscuglio di detto e non detto, slalom fra i regolamenti parlamentari e le regole dell’autodichia, quella strana cosa per cui Camera e Senato su alcune cose fanno da sole e nessuno può fare nulla, e la Costituzione. E allora  il dem Andrea De Maria  scrive a Roberto Fico per convocare subito una riunione dell’ufficio di Presidenza.

E intanto chiede che Colletti se ne vada. “Il collega Colletti, Presidente del Collegio di Appello della Camera dei deputati, è evidentemente venuto meno alla responsabilità legata alla funzione di garanzia che è chiamato a svolgere nell’ambito degli organismi della Camera dei Deputati. Come gruppo del Partito Democratico crediamo debba immediatamente rassegnare le sue dimissioni da Presidente del Collegio d’ Appello, ripristinando così un corretto funzionamento di questo importante organo parlamentare”. 

Colletti però  non si scompone: Ha dato il via libera al ricorso della Cunial nel nome del rispetto della Costituzione e alla Costituzione si aggrappa. “Non intendo replicare su politici che vogliono dimissioni di giudici terzi. La rimozione di giudici sgraditi ai partiti al potere è vietata dalla Costituzione”, replica a De Maria. In soccorso di Colletti arriva Pino Cabras, deputato di Alternativa, il sottogruppo del  Misto che accoglie molti grillini cacciati dal Movimento. Fino a due giorni fa bisogna chiamarli Alternativa c’è. Ora, come comunicato in aula, sono solo Alternativa e hanno un vasto programma: impedire l’elezione di Mario Draghi al Quirinale. Nel frattempo Cabras se la prende con il Pd e De Maria: “Si fa chiamare Partito democratico ma poi tanto democratico non è visto che nella loro infinita arroganza i suoi esponenti vorrebbero rimuovere i giudici che non la pensano come loro, proprio come avveniva durante il regime fascista”

Cabras ne ha anche per il deputato dem Alberto Losacco. Lui è il presidente del Consiglio di giurisdizione, l’organo di primo grado a cui si rivolgono deputati che vedono lesi i loro diritti. La Cunial si era rivolta a lui in via d’urgenza. E lui, trattandosi di cosa urgente aveva, come Colletti, il  potere di decidere da solo. E ha deciso che la deputata no vax e senza Green pass doveva restare davanti al portone. Losacco “non era era fermamente convinto ma l’ha fatto solo solo perché gli era stato ordinato dal suo partito. Se vale questo assunto teorizzato dal Partito democratico anche Losacco dovrebbe dimettersi da presidente del Consiglio di giurisdizione perché la terzietà del ruolo che ricopre non sembra sia stata garantita”, ragiona Cabras. 

Ma l’argomento gli viene rivoltato contro. E lo fa Alessandro Cattaneo, Forza Italia. “Cunial e Colletti, compagni di merende no vax, hanno esposto la Camera dei deputati a critiche pesantissime. Nello specifico il presidente del Collegio di appello di Montecitorio Andrea Colletti di Alternativa ha utilizzato il suo ruolo come clava contro il buon senso, la razionalità e la scelta di milioni di Italiani di vaccinarsi per tornare a vivere la normalità. La sua è stata una scelta ideologica, di parte, ingiustificata e intollerabile. Si dimetta”, invoca il forzista.

Intanto Losacco prima di scendere a singolar tenzone con Cabras deve rispondere all’indignazione generale che monta e spiegare che il suo organismo si riunirà solo  il 25 novembre per decidere nel merito sulla Cunial. E gli tocca ricordare che è un problema di garantismo  “I tempi di convocazione – spiega – sono dettati dalla procedura. Anticiparla significherebbe comprimere i diritti della difesa e più in generale delle parti”.

Dunque non bisogna ledere ii diritti della Cunial. Ma Debora Serracchiani, capogruppo del Pd, non ha molto a cuore le sue battagli e il suo comportamento.  “Inaccettabile per il nostro gruppo la sua presenza in aula. La decisione è stata presa senza attendere la Camera di consiglio da un ‘giudice monocratico’, l’onorevole Colletti. Come capigruppo abbiamo chiesto immediatamente che ci fosse una delibera dai segretari della Camera. Poi la motivazione è che la deputata si sente di rappresentare coloro che non vogliono il Green Pass in Italia. Come ha detto l’onorevole Stefano Ceccanti, è come se un naturista pretendesse di entrare nudo in Parlamento perché rappresenta i nudisti”.

E insieme alla capogruppo esprimono tutto il loro sdegno le deputate dem Alessia Morani che scrive una lettera a Roberto Fico per dire che la decisione favorevole alla Cunial “è grave e sbagliata” e Sandra Zampa che parla di “messaggio pessimo e ingiusto”.  “Intollerabile che la deputata Cunial usi il suo ruolo di rappresentante dei cittadini per sottrarsi a regole che valgono per tutti gli italiani”, aggiunge Lia Quartapelle.. Anche il grillino Aldo Penna dice che “è un atto gravissimo che introduce una sproporzionata iniquità nei confronti dei dipendenti della Camera, degli altri deputati e dei lavoratori in generale”. E si accodano anche renziani e altri forzisti, mentre il dibatitto tracima sui social, In attesa del fatale e storico momento in cui la Cunial busserà al portone di Montecitorio

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