Caso Gregoretti, Salvini a Catania in attesa del verdetto: “Appena torno al governo lo rifarò”

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Catania.”Appena torno al governo rifarò la stessa cosa”. Matteo Salvini cerca di scacciare così il fantasma di un secondo processo per sequestro di persona. A Palermo, due settimane fa, gli è andata male: il gip Lorenzo Iannelli lo ha rinviato a giudizio per il caso Open Arms. A Catania oggi spera in un verdetto diverso. E non solo per non rischiare, anche qui, una condanna a 15 anni di reclusione, ma soprattutto per dimostrare all’Italia e al suo elettorato che la sua azione da ministro dell’Interno è stata niente altro che l’applicazione del contratto di governo, di una politica della gestione dei flussi migratori condivisa con le forze della maggioranza del governo Conte I.

Matteo Salvini non lo dice, ma è convinto che oggi, dall’aula bunker di Bicocca, uscirà con un verdetto di non luogo a procedere. Ci spera davvero. E non solo perchè qui – a differenza che a Palermo – la Procura ha chiesto l’archiviazione. Pensa il leader della Lega che l’approfondita istruttoria portata avanti dal giudice Nunzio Sarpietro per chiarire alcuni punti non approfonditi dal Tribunale dei ministri abbia dimostrato che quella decisione di tenere i 164 migranti soccorsi a bordo della nave Gregoretti per sei giorni in attesa dell’impegno alla loro redistribuzione da parte di alcuni Paesi europei non sia stata altro che il frutto di una politica condivisa da tutto il governo: e cioè quella di sollecitare il coinvolgimento dell’Europa forzando la mano, con l’assunto “prima la redistribuzione e poi lo sbarco”.

Le testimonianze dell’ex presidente del Consiglio Conte soprattutto ma anche quelle degli ex ministri Elisabetta Trenta e Danilo Toninelli hanno confermato che quella era la linea politica del governo che ovviamente sapeva ma che, nel dettaglio, la decisione di bloccare i migranti a bordo della Gregoretti fu presa dal solo Salvini senza alcun preventivo coinvolgimento del governo.

Quella linea politica costituisce reato? E’ questo l’interrogativo che oggi dovrà sciogliere la decisione del giudice Nunzio Sarpietro nell’insolita posizione di arbitro in una partita in cui a giocare in attacco c’è solo la parte civile mentre accusa e difesa stanno dalla stessa parte, quella dell’imputato.

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