Caso Laura Ziliani, Mirto Milani confessa l’omicidio dell’ex vigilessa

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Svolta nelle indagini sul delitto di Laura Ziliani. Mirto Milani ha confessato l’omicidio dell’ex vigilessa di Temù, in provincia di Brescia, avvenuto l’8 maggio di un anno fa. Lo ha fatto nel corso di un lungo interrogatorio in carcere che lo stesso ha chiesto dopo la chiusura delle indagini da parte della Procura.

Milani, fidanzato della primogenita di Laura Ziliani (e amante dell’altra), è in carcere dal 24 settembre scorso così come Paola e Silvia Zani, due delle tre figlie della vittima. Anche loro hanno chiesto l’interrogatorio.

La confessione arriva dopo mesi di silenzio. Il corpo della donna, irriconoscibile, era stato ritrovato tra la vegetazione vicino al paese della Valcamonica all’inizio di agosto del 2021, in un punto in cui le ricerche si erano concentrate a lungo. Era stato l’esame del Dna a confermare che era lei. Sarebbe stata stordita e poi uccisa. Silvia e Paola Zani, 27 e 19 anni, due delle tre figlie della donna e Mirto Milani a settembre erano stati accusati di omicidio volontario, aggravato dalla relazione di parentela con la vittima, e di occultamento di cadavere.

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Fin dall’inizio gli investigatori si erano concentrati sull’ipotesi di un omicidio per soldi. I tre avrebbe voluto gestire in proprio le proprietà di Laura Zani, senza dividerle con la terza sorella Lucia, portatrice di handicap, e con gli altri parenti che ne sospettavano le brame. Un piano “frutto di una lunga premeditazione – scrisse la bresciana Alessandra Sabbatucci – che ha permesso ai tre indagati di organizzare un piano criminoso che ha permesso loro di celare per lungo tempo la morte della donna e di depistare le indagini a loro carico”.

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E ancora: dopo aver ucciso l’ex vigilessa – sedata e quindi soffocata – in una sola notte gli arrestati “si sono liberati del cadavere della vittima e, il mattino successivo, hanno iniziato a chiamare i soccorsi e portato avanti una ricostruzione del tutto alternativa dei fatti, anche a fronte delle indagini dei Carabinieri, dimostrando una non comune freddezza a dispetto della giovane età e dell’incensuratezza”.

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