Caso Loggia Ungheria/Amara, Davigo a processo a Brescia: “Sono innocente e non scappo dal giudice”

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“La vicenda è molto più semplice di quella che sembra: ho fatto il mio dovere nelle uniche forme in cui andava fatto”: lo ha affermato l’ex consigliere del Csm Piercamillo Davigo, imputato a Brescia per rivelazione di segreto d’ufficio per il caso dei verbali di Piero Amara su una presunta Loggia Ungheria.

Davigo non ha scelto il rito abbreviato, è favorevole a un’udienza pubblica, e non ha sollevato nessuna questione di compatibilità ambientale. “Ho chiesto la pubblicità dell’udienza perché ritengo che l’opinione pubblica voglia sapere cosa è successo” ha detto aggiungendo di voler essere assolto “per quello che emerge dall’udienza e per questo non ho chiesto l’abbreviato”.

Nel rendere dichiarazioni spontanee, Davigo ha affermato di essere “pronto a rendere subito il mio esame perché la vicenda è molto più semplice di quanto sembra. Io credo – ha proseguito – di aver fatto il mio dovere nelle uniche forme in cui andava fatto”.
“Storari mi informa di una situazione che io ritengo legittima. Io non contesto che Storari mi abbia consegnato una chiavetta. E’ vero e l’ho detto”, ha affermato  Davigo aggiungendo: “Non bisogna scappare dal giudice quando si è innocenti e per questo non faccio eccezioni di competenza territoriali” . E ancora: “Ho diritto di sapere perché condotte identiche mi vengono contestate come rivelazione di segreti d’ufficio e altre no. Perché è lecito se lo dico a Curzio (primo presidente della Cassazione e componente di diritto del Csm, ndr) ed è illecito se lo dico a Ermini?”. Il presidente del collegio Roberto Spanó ha ripreso la parola richiamando Davigo: “So che è difficile sfilarsi la toga, ma la invito a calarsi nella parte dell’imputato”.

Il processo si è aperto a Brescia con l’ammissione delle tv in aula. “Noto la presenza di telecamere. Le riprese televisive non sono necessarie”, ha detto il pm Francesco Carlo Milanesi che con il collega Donato Greco è titolare del fascicolo. “Ci rimettiamo alle vostre decisioni, ma non abbiamo problemi alla presenza delle telecamere in aula” hanno affermato i legali di Davigo. Quindi, come primo atto del dibattimento, il collegio della prima sezione penale presieduto da Roberto Spanó ha autorizzato la presenza delle telecamere.

Parte civile è invece l’attuale componente del Csm Sebastiao Ardita.

Nel corso della prima udienza sono stati ammessi “tutti i testimoni”. Le prossime udienze sono state fissate per il 24 maggio e il 28 giugno, uniche date prima dell’estate. L’accusa, rappresentata in aula dai pm Milanesi e Greco, ha chiesto che il primo teste da ascoltare sia il pm di Milano Paolo Storari.

La richiesta nei confronti dell’ex pm del pool di Mani Pulite era arrivata casualmente in una giornata simbolica, il 17 febbraio del 2022, anniversario trentennale dell’arresto dell’allora presidente del Pio Albergo Trivulzio Mario Chiesa da cui scaturì l’inchiesta Tangentopoli.

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