Caso Uss, Nordio: “Conclusi gli accertamenti, pronto a riferire in Parlamento in settimana”. Il giallo degli allarmi (ignorati) lanciati dal braccialetto elettronico dell’imprenditore russo

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Dopo giorni di polemiche, il governo batte un colpo. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha comunicato in una nota che presto affronterà l’Aula e, “avendo concluso tutti gli accertamenti necessari, auspica di poter rendere un’informativa in Parlamento già in questa stessa settimana”. Il Guardasigilli è infatti finito al centro di uno scontro con i magistrati per non aver inviato alla Corte d’appello di Milano la nota del Dipartimento Usa della Giustizia che chiedeva di far tornare in carcere l’imprenditore Artem Uss, a cui erano stati concessi i domiciliari.

Gli allarmi lanciati dal braccialetto elettronico di Uss (e ignorati)

Intanto emerge un altro dettaglio importante. L’Ansa rivela che negli oltre tre mesi in cui Artem Uss è stato ai domiciliari, prima che evadesse, l’allarme del braccialetto elettronico è suonato per decine di volte. E ciò, stando a quanto verificato anche da un esperto nell’inchiesta milanese aperta dopo l’evasione, sempre per dei malfunzionamenti dell’apparecchio. La Procura che indaga sulla fuga dell’imprenditore russo, infatti, ha chiesto ad un tecnico di analizzare quei segnali dall’allarme che in quei tre mesi e più (era andato ai domiciliari il 2 dicembre scorso) erano partiti dal braccialetto e avevano anche costretto le forze dell’ordine ad intervenire molto spesso. Il tecnico ha chiarito agli inquirenti che non si sarebbe trattato di tentativi di evasione in nessuno di quei casi, decine e decine, ma di malfunzionamenti del braccialetto, come problemi di connessione. Tra l’altro, pare che questo genere di anomalie siano anche comuni quando si utilizzano questi dispositivi di controllo nei domiciliari.

Da quanto risulta, l’allarme è suonato per malfunzionamenti molto più di una trentina di volte.
Poi, quel 22 marzo è scattato alle 13.52 e nell’arco di una quindicina di minuti i carabinieri, allertati dalla centrale operativa, sono intervenuti sul posto, ma dell’uomo d’affari non c’era più traccia. Un intervento rapido e nei tempi, come indicato anche in una relazione della Corte d’Appello milanese inoltrata al ministero della Giustizia.

La replica di Fastweb: “Nessun malfunzionamento del bracccialetto elettronico”

Fastweb “precisa che non risulta alcun malfunzionamento né del braccialetto elettronico assegnato a Uss né di altri dispositivi in uso”. Lo spiega in una nota la stessa società “in riferimento alle notizie diffuse da alcuni organi di stampa sulle indagini in corso relative all’evasione del cittadino russo Artem Uss”. “Gli allarmi emessi dal braccialetto indicherebbero, al contrario – si legge ancora nella nota – la piena funzionalità del dispositivo nel segnalare alle forze dell’ordine l’allontanamento del braccialetto dal domicilio o possibili tentativi di manomissione”. Fastweb sottolinea, inoltre, che “i propri tecnici al momento non hanno fornito alcuna informazione agli inquirenti in merito al funzionamento del braccialetto”.

L’arresto e l’evasione d Uss

contrabbando di tecnologie militari dagli Stati Uniti alla Russia Il 25 novembre la Corte d’Appello di Milano in camera di consiglio stabilisce, nonostante il parere contrario del Pg, che Uss deve andare agli arresti domiciliari con un braccialetto elettronico. Ma le autorità americane scrivono al ministero della Giustizia italiano chiedendo l’arresto in carcere, segnalando ancora una volta il pericolo di fuga. Nonostante la richiesta degli Stati Uniti, il 2 dicembre Uss viene  trasferito agli arresti domiciliari presso una lussuosa casa di sua proprietà nel complesso Borgo di Vione a Basiglio, nell’hinterland milanese. Il 6 dicembre il ministero della Giustizia risponde alla precedente lettera degli Usa spiegando che la scelta tra carcere e arresti domiciliari è di competenza della Corte di Appello di Milano. Il 21 marzo la Corte d’Appello di Milano dà il via libera per l’estradizione di Uss negli Stati Uniti, ma l’imprenditore russo scappa dai domiciliari il 22 marzo per tornare a Mosca.

Ma qual è il motivo dello scontro tra Nordio e i giudici della Corta d’appello di Milano? Secondo i magistrati il ministro non avrebbe inviato la nota del dipartimento Usa che chiedeva di far tornare in carcere Uss. Sull’intera vicenda ora sarà Nordio stesso a riferire in Parlamento.

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