Cattedre pilotate a Firenze, le intercettazioni: “Siamo persone di sistema”. Così è stata eliminata la candidata indesiderata

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“Persone di sistema”. Si definivano così,  senza sapere di essere intercettati, alcuni dei professori al centro dell’inchiesta sui concorsi pilotati a medicina.  Nelle informative della guardia di finanza vengono ripercorse le  manovre per l’assegnazione delle cattedre, orchestrate da un presunto “sistema di potere” (da qui l’accusa di associazione a delinquere per 7 indagati) di cui avrebbero fatto parte, tra gli altri, il rettore Luigi Dei, il Dg di Careggi Rocco Damone,  il direttore del dipartimento oncologico di Careggi Marco Carini e il direttore del dipartimento cardiovascolare, Niccolò Marchionni. Proprio Marchionni e Carini, che si autodefiniscono in diverse intercettazioni come figure “di sistema”, avrebbero avuto un ruolo “fondamentale”.

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Secondo le accuse erano infatti “in grado di far predisporre direttamente dai vincitori predeterminati i loro bandi di concorso”, entrando in un secondo momento “direttamente nelle commissioni concorsuali o influenzandone dall’esterno i componenti per raggiungere gli scopi prefissati”.

Niccolò Marchionni, professore di Cardiochirurgia 
Quanto al rettore, intercettato per mesi anche attraverso un trojan inoculato nel suo cellulare, viene definito “garante del buon esito degli impegni precedentemente assunti”. Il suo placet sarebbe risultato “imprescindibile” per tutti gli “accordi preliminari” all’assegnazione dei concorsi. In tutto i pm Luca Tescaroli e Antonino Nastasi hanno messo sotto la lente una quindicina di bandi. Tra questi quello per il posto di professore ordinario di medicina interna, destinato secondo la ricostruzione al geriatra Andrea Ungar. Una circostanza tra le altre viene messa in evidenza, e riguarda il professor Roberto Bernabei, noto come il medico di Papa Francesco.

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Lo scorso 28 ottobre il professore, componente della commissione esaminatrice, viene contattato da Marchionni che gli comunica la data della riunione telematica per il bando. Al termine della conversazione, parlando con altre persone, Bernabei si lascia sfuggire con leggerezza una frase significativa:  “C’è la telematica per il concorso di Ungar”. Annotano i finanzieri: “palesa di essere già a conoscenza, ancora prima di poter sapere l’identità di altri eventuali partecipanti alla selezione, del vincitore predeterminato”. Non solo. Nelle carte anche la reazione del gruppo di fronte alla candidatura a sorpresa di una concorrente in grado di scompaginare i piani. “Ci hanno mandato i link per accedere ai candidati… oh… la femmina ha un curriculum pesante” dice la mattina dello scorso 13 novembre Marchionni sempre a Bernabei. “…Ma bisogna muoversi con i piedi di piombo”.

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Cosa fare con la candidata “indesiderata”

“Prenditi molto tempo e scrivimi una lettera all’indirizzo di casa – replica l’altro – che bisogna studiare con accortezza tutti…”. La sera stessa Marchionni contatta Ungar per informarlo del curriculum dell’avversaria e delle valutazioni da lei ottenute in precedenti concorsi: “Si sono trovati esattamente con lo stesso problema, che hanno affrontato esattamente nello stesso modo, cioè dicendo quant’è brava, buona produzione scientifica… quindi… bisogna fare in quel modo li”. Ungar in tutta risposta si sarebbe proposto di scrivere qualcosa in merito: “ok ok… io già butto giù … e poi da domani dopodomani ci lavoro …”. Sintetizzano gli investigatori: “Un candidato alla procedura scrive il giudizio, negativo, nei confronti di un concorrente”.

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Durante le indagini i finanzieri si sono concentrati anche sul concorso per professore ordinario di urologia, bandito nel giugno 2020. Per favorire il candidato prescelto, Andrea Minervini, si sarebbero spesi Marco Carini, il direttore del dipartimento di medicina sperimentale e clinica dell’Università di Firenze, Corrado Poggesi, e il direttore pro tempore del dipartimento di scienze della salute, Pierangelo Geppetti.

Piero Geppetti, docente di Chirurgia dell’università di Firenze 
“Bisogna preparare il profilo per il bando”, dice Carini a Minervini nel marzo di un anno fa, rivelando secondo le accuse la volontà di favorirlo. “Ti mando ora il pdf”, risponde l’altro 3 giorni più tardi. Carini sembra non fare mistero del proprio obiettivo: “Il concorso di Andrea”, dice parlando con una terza persona. “Dalle intercettazioni emerge non solo chi sia il vincitore del concorso – si legge ancora nelle carte- ma anche che quest’ultimo si occupa di confezionare il profilo del bando”. Per avvalorare le accuse viene citata una conversazione del 23 luglio scorso tra lo stesso Carini e la vice presidente della Regione – all’epoca assessore alla salute -, Stefania Saccardi (non indagata). Dice il primo, senza sapere di essere intercettato: “Io c’ho pensato al mio futuro perché faccio un concorso per Minervini ora proprio … e sono tranquillo”.

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E Papirologia vede sfumare 2,5 milioni di euro

Nelle carte, infine, un breve capitolo è dedicato alla paradossale vicenda di un ricercatore del Cnr. L’uomo avrebbe chiesto al rettore la cattedra in papirologia, offrendo in dote 2,5 milioni di euro -destinati alla ricerca e al reclutamento di personale- frutto della vittoria di un bando europeo. Secondo la ricostruzione, Dei si sarebbe confrontato con alcuni professori del dipartimento di lettere e filosofia, convergendo con loro sulla linea del no “per evitare di destabilizzare gli equilibri in seno al dipartimento”, nel quale sempre secondo gli investigatori si era già deciso di promuovere la carriera universitaria di un altro professore.

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