Più ecologiche, perché hanno una impronta ambientale nettamente inferiore. Più belle da vedere, evitando l’effetto ecomostro che spesso fa da panorama ai tetti delle città o “inquina” il profilo delle colline.
In tre paesi europei, tra cui l’Italia, le torri per la telecomunicazione possono essere costruite in legno, al posto dell’acciaio. Non è solo una questione estetica. Per costruirle sono necessarie grandi quantità di acciaio, con tutte le conseguenze del caso: per produrre una tonnellata di acciaio si emettono 1,8 tonnellate di CO2.
Non è un problema da poco, guardando lo sviluppo delle telecomunicazioni dei prossimi anni, visto che va completata la rete 4G in tutta Europa e si sta già lavorando per accelerare l’infrastruttura per la rete 5G. Per non parlare della crescente velocità della banda larga mobile e la mole di dati che vi transita.
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Secondo calcoli della Commissione Ue, attualmente ci sono 300mila torri dedicate ai servizi di tlc, ma nei prossimi cinque anni ne dovranno essere costruite di nuove tra 60 e 80 mila. Tutte di grandi dimensioni, con un’altezza variabile tra 20 e 40 metri. Del resto, è è inevitabile: più torri vengono costruire, più velocemente la rete a banda larga potrà essere rafforzata. Una crescita a tempi di carica, per la quale non si è guardato molto ai problemi di estetica: sia dei manufatti, sia di come sono stati collocati a livello urbanistico e paesaggistico.
Ecco, perché Italia, Germania e Regno Unito hanno introdotto nella proprio legislazione la possibilità di realizzare le torri per le telecomunicazioni in legno. Oltre che per l’aspetto estetico, anche perché hanno una impronta ecologica inferiore: per una torre di acciaio equivalente producono la metà della CO2. Secondo dati citati sempre dalla Ue, se soltanto l’1% delle torri per le tlc venisse costruita in legno, si potrebbero risparmiare 17mila tonnellate di emissioni di CO2.
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In Italia, la prima torre in legno è stata realizzata da Inwit, la società nata dalla fusione delle infrastrutture di Telecom e Vodafone: alta 40 metro, con 4 “ballatoi” che ospitano antenne e ponte radio, è stata inaugurata nel settembre scorso e si trova lungo la tengenziale Est di Milano, al confine con il comune di Brugherio, e garantisce la copertura cellulare di tutta la zona.
Non tutte le torri verranno realizzate in legno perché o costi sono maggiori, ma non è detto che lo sviluppo della tecnologia nei prossimi anni non favorisca una maggiore diffusione. Soprattutto mano a mano che crescerà la domanda in tutto i paesi europei.
Ma in qualche modo la strada è segnata, come scrive sul sito di Inwit l’amministratore delegato Giovanni Ferigo: “Abbiamo il compito di pensare a materiali alternativi che possano ridurre gli impatti a, bientali lumgo tutto il ciclo di vita dell’ifrastruttura e che siano sempre più armonici con il paesaggio e il decoro urbano. Siamo convinti che il legno lamellare possa rappresentare un’ottima scelta in questa direzione“.
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