Centrodestra, Salvini chiede voto, ma Fi guarda a Draghi. Meloni: “No a laboratorio di palazzo”

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Fallita la mediazione di Roberto Fico, il capo dello Stato convoca Mario Draghi e ammonisce: “Subito un nuovo esecutivo, oppure si va a elezioni”. Se il Pd, con il vicesegretario Roberto Orlando, si dice “disponibile a una riflessione”, pur avanzando una forte riserva (“La scelta del nome non ri solve i nodi politici”, commenta), il centrodestra è compatto nel chiedere che finisca prima possibile “questo vergognoso teatrino” della crisi.

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Matteo Salvini, nelle vesti di capo della coalizione – sente tutti i leader per fare il punto, trovare un minimo comun denominatore – si appella al voto subito e cita l’articolo 1 della Costituzione sulla sovranità popolare.

Ma se da un lato emergono dubbi sulla tenuta di Forza Italia in caso di un ‘governo di larghe intese’, dall’altro, la Lega segue con attenzione cosa potrebbe accadere all’interno dell’area di ‘insoddisfatti’ tra i senatori pentastellati. E Giorgia Meloni, leader di FdI, è tranchant: “Non penso – afferma su Facebook – che la soluzione ai gravi problemi sanitari, economici e sociali della Nazione sia l’ennesimo governo nato nei laboratori del Palazzo e in mano al Pd e a Renzi. In una democrazia avanzata i cittadini, attraverso il voto, sono padroni del proprio destino. Anche quando la situazione è difficile. Soprattutto quando la situazione è difficile”.

“Nel centrodestra ci confronteremo – fa sapere in una nota la leader di FdI – ma all’appello del presidente rispondiamo che, in ogni caso, anche dall’opposizoone ci sarà sempre la disponibilità di Fratelli d’Italia a lavorare per il bene della Nazione”.

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Oggi che le trattative sul Conte ter sono naufragate, il leader di Iv ha indicato la strada: un governo istituzionale con chi ci sta. Renzi è convinto che alla fine il Pd e il Movimento 5 stelle dovranno esserci, di fronte agli inviti del presidente della Repubblica. Un’ala dem e del Movimento 5 stelle continuerà a pensare alle elezioni anticipate, del resto anche Salvini e Meloni insistono sulle urne.

Ma proprio per le “preoccupazioni” elencate dalla prima carica dello Stato sia il centrodestra che le altre forze della maggioranza ragioneranno nelle prossime ore sul da farsi, sull’invito del presidente della Repubblica ad appoggiare un esecutivo istituzionale, con “una formula non politica”.

“Le preoccupazioni di Mattarella sono le nostre”, afferma il vicesegretario dem Orlando. “Il Pd – twitta il capogruppo del Pd alla Camera, Graziano Delrio – ha lavorato per dare una soluzione a una crisi che il Paese non meritava, guardando solo all’interesse generale. Resta questa la nostra bussola nella fase nuova che si apre, grati al presidente Mattarella per la sua saggia guida”.

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Dopo aver accusato Matteo Renzi di aver “mercanteggiato sulle poltrone”, continuano a tacere i vertici M5S sull’indicazione che arriva dal Quirinale. Solo poche voci si sono levate dalle file grilline, e non di big, fatta eccezione per Alessandro Di Battista – contrario all’ex numero uno della Bce che definisce l’ex governatore Bce “l’apostolo delle elite”.- che però è fuori dal Parlamento. Domani è stata convocata online un’assemblea congiunta di deputati e senatori grillini, alle 13, “sulla situazione politica”: è lì che verrà decisa la linea del Movimento.

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