Chef ucciso al ristorante nell’Astigiano, dopo 21 anni c’è un colpevole: tradito dal dna “dimenticato”

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Dopo 21 anni l’omicidio di Pietro Beggi, noto chef del ristorante Ciabot del Grignolin di Calliano, nell’Astigiano, ha un responsabile. La Corte d’Assise d’Appello di Torino ha riformato il proscioglimento di Giampaolo Nuara, deciso in primo grado con rito abbreviato, condannando l’imputato a 14 anni di reclusione  per omicidio preterintenzionale. Lo rende noto l’avvocato Maurizio La Matina, difensore dell’imputato.

Nella notte tra il 2 e il 3 gennaio 2000, lo chef venne trovato agonizzante nella cantina del ristorante, colpito alla testa in un tentativo di rapina. Morì poche ore dopo in ospedale. I malviventi cercavano i 30 milioni di lire nascosti in casa frutto degli incassi dell’atteso Capodanno del 2000. All’epoca, nonostante le indagini serrate, gli investigatori non risalirono ad alcun sospettato ma repertarono tutto quanto trovato nel locale e nei dintorni, comprese tre calze da donna opportunamente modificate per fungere da passamontagna. Su tutte vennero rilevate tracce biologiche che vennero catalogate.

Una di queste, oltre 16 anni dopo, trovò riscontro nel nome di Gianpaolo Nuara che, nel frattempo, era stato indagato dai carabinieri di Lodi nell’ambito di una serie di furti in villette. Una traccia di sangue lasciata su un vetro frantumato per introdursi in casa di notte e la saliva rilevata dai mozziconi di sigaretta presenti sulla scena di un altro furto erano di Nuara e, una volta immessi nel database, hanno incrociato quella ricerca latente dall’epoca dell’omicidio di Calliano.

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