Chiusura agevolata delle liti con il Fisco, via alle domande: c’è tempo fino al 30 giugno

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Un altro tassello della “tregua fiscale” voluta dalla legge di Bilancio del governo Meloni va a sistemarsi. L’Agenzia delle Entrate ha licenziato il modello e le istruzioni per i contribuenti che intendono chiudere le controversie ancora aperte con il Fisco. Con il provvedimento di Ernesto Maria Ruffini si attua così una delle misure di tregua fiscale previste dall’ultima Manovra, ricorda una nota, “che consente di definire in maniera agevolata le controversie tributarie pendenti in cui è parte l’Agenzia”. Data da segnare in calendario: 30 giugno 2023. Entro allora va presentata la domanda di definizione “per ciascuna lite autonoma pendente in ogni stato e grado del giudizio. Entro lo stesso termine deve inoltre essere pagato l’intero importo per la definizione o, in alternativa, se ammesso il pagamento rateale, la prima rata (è previsto un massimo di 20 rate trimestrali di pari importo)”.

Quali liti si possono chiudere

La nota precisa che possono essere definite “le controversie attribuite alla giurisdizione tributaria, in cui è parte l’Agenzia delle Entrate, pendenti al 1° gennaio 2023 (data di entrata in vigore della legge di Bilancio 2023) in ogni stato e grado del giudizio, compreso quello in Cassazione e anche a seguito di rinvio”. Il provvedimento del direttore delle Entrate precisa “che si considerano pendenti le liti il cui atto introduttivo del giudizio in primo grado sia stato notificato alla controparte entro il 1° gennaio di quest’anno e per le quali, alla data di presentazione della domanda, il processo non si sia concluso con pronuncia definitiva”.

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Come fare la domanda

La domanda va presentata entro il prossimo 30 giugno all’Agenzia delle Entrate – direttamente dal contribuente o tramite un soggetto incaricato. Serve una distinta domanda di definizione per ciascuna controversia tributaria autonoma (cioè relativa al singolo atto impugnato). In attesa dell’attivazione di un servizio specifico per la compilazione e la trasmissione telematica, è possibile presentare la domanda inviandola all’indirizzo di posta elettronica certificata (Pec) dell’Ufficio che è parte nel giudizio.

Come pagare

La lite si chiude con la presentazione della domanda e con il versamento dell’importo netto dovuto, o della prima rata, entro il 30 giugno 2023. Non è ammesso il pagamento rateale se gli importi da versare non superano mille euro. Qualora non ci siano importi da versare, la definizione si perfeziona con la sola presentazione della domanda.

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