MILANO – Le aziende europee dovrebbero pagare temporaneamente il gas russo in rubli come chiesto da Mosca in attesa che si chiariscano nel dettaglio tutti gli aspetti legali della questione. Lo ha detto a Politico il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani. “Penso sarebbe positivo che, almeno per alcuni mesi, venga concesso alle aziende di accogliere le richieste russe di pagare il gas in rubli, in attesa che di comprendere la cornice normativa e le relative implicazioni”, ha detto a Politico, aggiungendo di attendersi un “rapido e molto chiaro pronunciamento da parte della Commissione europea”, sulla possibilità che le aziende energetiche possano pagare in rubli.
La Ue avvisa le aziende: “Non aprite conti in rubli per pagare il gas di Putin”
Al momento la posizione europea è ferma nell’opporsi al pagamento in rubli del gas russo, operazione che se realizzata verrebbe invece considerata una violazione delle sanzioni. “Penso che le aziende energetiche non possano rischiare di pagare e poi essere accusate di pagare le sanzioni, ma allo stesso tempo non possono rischiare non pagando in rubli”, ha spiegato a margine dell’incontro dei ministri dell’Energia. “Si tratta di contratti a lungo termine e i costi sarebbero molto alti”.
La soluzione alla crisi energetica è una tariffa europea per l’import di gas e petrolio dalla Russia
La scorsa settimana Gazprom, la compagna statale russa, ha interrotto le forniture di gas a Polonia e Bulgaria proprio in relazione al rifiuto da parte dei Paesi di soddisfare le richieste di Mosca. Attualmente l’Italia importa dalla Russia il 38% del gas utilizzato nel Paese.
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