Per dirla con Picasso, ci vuole un piano. Senza un progetto, infatti, non possiamo raggiungere i nostri obiettivi. Adesso che mancano cinque mesi alla fine dell’anno, ci rendiamo pienamente conto che il tempo corre e i propositi, da soli, non bastano. Le statistiche, ancora una volta, confermano: nel 23% dei casi, i propositi del nuovo si arenano nella prima settimana in cui sono stati fatti, il 43% non vede la fine di gennaio. Il trucco, in realtà, è “incrociare” i propri obiettivi con nuove abitudini. Un momento di basse aspettative come la metà dell’anno è ideale, perché possiamo fermarci, fare un bilancio e mettere a fuoco ciò che è veramente importante per noi. La “scadenza” più ravvicinata della fine dell’anno, infatti, è un tempo sufficientemente lungo per introdurre cambiamenti positivi e sufficientemente corto per sentire l’urgenza di farlo.
Un tuffo fra i desideri
Dunque, posto che molte volte ci sentiamo paralizzati nelle nostre scelte perché non sappiamo veramente da che parte cominciare, aggiriamo l’ostacolo scrivendo l’elenco di tutte le cose che vorremmo fare e raggiungere. Questo esercizio intende lasciare deliberatamente correre la fantasia: ritagliamoci uno spazio e un momento per immaginare come vorremmo che la nostra vita fosse da qui a tre anni, senza mettere limiti alle nostre ambizioni. Analizziamo l’aspetto personale, professionale, relazionale e descriviamo il come e cosa vorremmo. Nella descrizione, utilizziamo il tempo presente. La scelta del tempo verbale ha la sua ragione d’essere, perché molte volte poniamo inconsciamente degli ostacoli sul nostro percorso, in quanto partiamo dalla convinzione che una certa cosa non sia realizzabile. Utilizzare il presente, invece, “aggira” questa modalità di pensiero e fa intravvedere al nostro cervello la possibilità o, addirittura, la probabilità che quanto desideriamo possa realizzarsi.
Organizzare le idee
Lo step successivo punta a mettere in ordine la nostra miscellanea di desideri che vanno suddivisi, questa volta come elenco, in base alla “categoria” corrisponde: professione, vita relazionale, tempo libero, salute, eccetera. A questo punto avremo una serie di elenchi, per ogni categoria, scegliamo uno o al massimo due obiettivi e per ognuno di questi progetti, prendiamoci il tempo per chiarire le nostre motivazioni. Chiediamoci per quale ragione vogliamo metterli fra le nostre priorità, come ci immaginiamo che cambieranno la nostra vita. Come scrive Michael Hyatt, motivational speaker e autore di Your Best Year Ever – A 5-step plan for achieving your most important goals (Il tuo anno migliore di sempre – Un piano in 5 passaggi per raggiungere i tuoi obiettivi più importanti, ndr), “Mettere a fuoco i nostri perché ci aiuta ad attraversare il guado nel momento in cui, succede a tutti, sentiamo la tentazione di abbandonare l’impresa”.
Individuare i passi concreti
Quindi, identificati gli obiettivi, messo a fuoco i nostri perché, definiamo nel modo più specifico possibile i passi concreti da compiere per arrivare a realizzarli. Per chiarezza, facciamo un esempio. Poniamo che il nostro obiettivo sia correre una gara di resistenza, dunque riflettiamo sul perché lo vogliamo fare. Ci possono essere motivazioni come migliorare la forma fisica, dimostrare a noi stesse che siamo in grado di farlo, aiutare un amico nel raggiungimento dello stesso obiettivo. A questo punto, individuiamo gli step che ci permettono di raggiungere la forma fisica necessaria per la gara. L’elenco può comprendere allenamenti che alternano corsa, attività fisica di resistenza e giornata di riposo. Definita la sequenza e stabilito il momento della giornata in cui vogliamo prepararci per la nostra gara, dobbiamo istituire e rafforzare l’abitudine.
Il potere dell’abitudine
Una fra le ragioni per cui, di solito, non riusciamo a realizzare quello che ci ripromettiamo è perché il progetto, da solo, non basta. Bisogna istituire e rafforzare l’abitudine a compiere i passi necessari attraverso la ripetizione regolare nel tempo, senza interruzioni. Per tornare all’esempio della gara, identificato il goal quotidiano e il momento per allenarsi, istituiamo e rafforziamo l’abitudine misurando il progresso attraverso un sistema di tracking. In pratica, il buon vecchio foglio di carta. Sulla colonna a sinistra, indichiamo le azioni (in questo caso, l’allenamento) da compiere, sulle righe orizzontali i giorni del mese. Ogni volta in cui abbiamo compiuto l’azione, mettiamo una crocetta. La visualizzazione del nostro impegno potrebbe apparire un atto superfluo, ma non lo è. Proprio perché misura il nostro progresso e lo evidenzia visivamente, ci aiuta a sostenere l’abitudine e a compiere regolarmente i passi che ci porteranno al nostro obiettivo.
Le revisioni periodiche
Alla fine di ogni settimana, valutiamo il nostro operato. Se necessario, rileggiamo le nostre “reason why”, il perché abbiamo scelto i nostri obiettivi e dove vogliamo che ci conducano. Averli ben presenti, rafforza la nostra motivazione. Implementare un sistema che incrocia l’obiettivo all’abitudine è una ricetta quasi infallibile, in quanto ci libera dall’atteggiamento di farci portare dalla quotidianità e moltiplica le possibilità di raggiungere quanto ci siamo prefissate,. La scadenza ravvicinata della fine dell’anno aggiunge quel “nudge” extra, quella spinta gentile, che gennaio, con la lunga distesa di giorni che ha davanti a sé, non è in grado di darci.
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