Ciro Grillo, gli imputati dello stupro scelgono il processo ordinario

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Si va al processo normale, al dibattimento, al rito ordinario che esclude l’abbreviato davanti al Tribunale di Tempio Pausania. Questo avrebbero deciso gli avvocati di Ciro Grillo e dei suo tre amici, Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria, tutti imputati di stupro di gruppo e di violenza sesuale nei confronti di Silvia e Rebecca, due ragazze di Milano conosciute nel luglio del 2019 durante una vacanza in Costa Smeralda. 

La decisione (unanime) sarebbe stata presa nella tarda serata di ieri, dopo quattro ore di riunione e (a quanto pare) di acceso confronto tra i legali, gli stessi giovani ed i loro genitori. L’incontro si è tenuto a Genova presso uno degli studi legali. Stando però a quanto dichiara l’avvocato Mariano Mameli, che con Ernesto Monteverde, Enrico Grillo, Gennaro Velle, Romano Raimondo e Alessandro Vaccaro rappresentano il collegio difensivo, al momento la decisione non sarebbe stata comunicata al giudice per l’udienza preliminare Caterina Interlandi che aveva chiesto di sapere entro il 20 ottobre. Oggi la gup è assente e con ogni probabilità Mameli comunicherà ufficialmente la decisione lunedì prossimo. Il termine di ieri non era perentorio, anche se se i legali dovrebbero depositare della documentazione aggiuntiva, in modo che il gup possa esaminarla in tempo utile entro il 5 novembre prossimo, data dell’udienza preliminare. Comunque, il collegio difensivo ha tempo fino al 26 ottobre per poter cambiare orientamento.

Sui quattro giovani genovesi pende la richiesta di processo avanzata dal procuratore capo di Tempio Pausania, Gregorio Capasso, titolare dell’inchiesta che fino allo scorso agosto era gestita insieme al pm Laura Bassani, trasferita però al Tribunale dei Minori di Sassari. Un’inchiesta finita sotto i riflettori soprattutto per il nome di uno dei protagonisti, Ciro Grillo, figlio del fondatore del M5S, e i contraccolpi che il caso ha avuto (o avrà) sull’attività politica del Movimento.

I fatti risalgono alla notte tra il 16 e il 17 luglio del 2019, quando in Costa Smeralda, secondo il racconto di una delle due ragazze, dopo una serata in un locale di Porto Cervo, a casa del figlio di Beppe Grillo fu invitata e sarebbe stata violentata. Lo stupro avrebbe riguardato solo lei, mentre all’amica, come emergerebbe da alcune fotografie e da un video, i quattro avrebbero appoggiato i genitali sul viso, mentre la ragazza dormiva. I pm, dopo avere chiuso l’indagine una prima volta, nel novembre 2020, un anno e mezzo dopo la denuncia, hanno poi riaperto l’inchiesta e chiusa dopo poche settimane con la richiesta di rinvio a giudizio. Accuse sempre respinte dagli imputati che parlano di “sesso consenziente”.

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