ClioMakeUp: “Io voglio lasciare qualcosa di bello. Mi fanno paura i confronti e la manipolazione delle mie parole”

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“Quando ho iniziato il web era una prateria, non c’era niente o quasi, non c’era soprattutto la tossicità di oggi, gli haters in confronto erano agnellini, adesso è un gioco al massacro”. Lei è Clio Zammatteo, in arte ClioMakeUp, quando ha iniziato a dare consigli di trucco con un video su Youtube era il 2008. Adesso è una guru, una imprenditrice, una content creator, un’autrice, un volto tv da 10 milioni di follower, un’azienda in crescita con negozi in mezza Italia, una linea da quasi 200 prodotti creati da sola con il suo team. Ed è pure le sue fragilità, quelle che ha mostrato tra le lacrime in un Reel su Instagram da 12 minuti visto migliaia e migliaia di volte.

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Com’era essere ClioMakeUp 15 anni fa?

“Ero la prima nel mondo del beauty in Italia, non sapevo nemmeno io che stavo facendo, seguivo una scuola e rispiegavo quel che imparavo sul web, le aziende ci guardavano come fossimo scappati di casa, non si guadagnava una lira, io ero a New York e mi sentivo meno sola”.

E ora?

“Ci si approccia a questo mondo per i soldi, per i viaggi, i trucchi, i vestiti in regalo ed è pieno di persone che cercano di distruggerti e chi è più fragile non regge”.

E’ uno scontro generazionale?

“E’ una questione di carattere. Io sono ancora quella che manda la mamma a fare il bollettino alla posta. Sono creativa ma non riesco a interfacciarmi con le magagne del lavoro”.

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Ha scritto che “Clio è cambiata”, perché?

“Non riesco a essere solare come sono sempre stata, portavo gioia, un sorriso, per il mio modo di esprimermi. Ora faccio fatica”.

Di chi o cosa è la colpa?

“La comunicazione è cambiata, è diventata malata, per uscirne vincitori bisogna abbattere la concorrenza. E la competizione è molta di più, si sgomita. Io non voglio essere l’azienda più forte d’Italia, non voglio diventare l’influencer numero 1, non voglio esser l’imprenditrice più figa d’italia, più ricca, meglio vestita d’Italia, quella col viso o col sedere più bello, non voglio piacere a tutti. Facevo tutorial di trucchi che non mi piacevano, adesso ci metto solo quello che mi piace”.

Chi sono gli squali?

“Quelli che pur di fare una views o qualche soldo in più scendono a compromessi, denigrano gli altri. I miei genitori avevano una gelateria, ma non sputavano sugli altri”.

E lei invece?

“Io non sono mai stata aggressiva, sono sempre stata nel mio mondo, non metto i cuoricini sotto ogni post, non vado alle feste, sono una influencer un po’ atipica, voglio solo creare bei prodotti onesti. Siamo qua per così poco, tra 50 anni sarò morta, voglio lasciare qualcosa di bello, godermi la vita, stare bene con me stessa, avere una famiglia felice, un’azienda in cui mi sento a casa, far capire anche alle persone fragili e imperfette che possono far qualcosa di bello”. 

Le hanno scritto in tante, anche tra le influencer, se lo aspettava?

“No, non me lo aspettavo, c’è stata tanta solidarietà perché forse questo malessere lo sentono in tanti”

Le piace la parola influencer?

“La odio, non voglio influenzare le persone, le persone non sono cretine, non si fanno influenzare, io voglio parlare alla mia community, spiegarmi”.

La parola che dice di più nel suo video è ‘paura’, di cosa ha paura?

“Ho paura di deludere in primis me stessa, ho paura di cosa dire, di come possono manipolare le mie parole, di come possono attaccarmi, di come possano massacrarmi, di dover nascondere le mie fragilità. Ho paura del confronto, torno a essere una bambina. Ma io voglio solo far vedere il bello, il pulito che c’è nel mio lavoro”.

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Si può dire, se si è una imprenditrice di successo, ‘io non ce la faccio’?

“Abbiamo una pressione interna ed esterna esagerata. I miei genitori non mi hanno mai fatto pesare che andavo male a scuola quando prendevo due in latino e annusavo tutti i profumi. Ho creduto di non saper fare nulla, poi ho trovato la mia strada con passione”.

Ha lanciato una bomba e ora?

“Adesso cercherò di fare il mio lavoro senza snaturarmi, cambiando linguaggio ma sempre a modio mio, parlando più dei problemi della mia professione, aprendomi di più. Dicono che tra mille persone che mi amano io vedo sempre l’hater, mi sono fatta la corazza ma non del tutto altrimenti diventerei insensibile, non vedrei più il brutto ma neanche il bello”.

Non ci abbandona mica…

“No, devo trovare il modo di continuare a portare il sorriso e nella casa delle persone”.

Se avesse previsto tutto questo, lo avrebbe fatto lo stesso?

“Sì, lo rifarei, per la mia community e per la mia azienda”.

Cosa direbbe a chi comincia ora questo lavoro?

“Auguri”.

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