Colao: “Banda ultralarga a tutti gli italiani in 5 anni”

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MILANO – Cinque anni per portare a tutti la banda larga, e nello stesso lasso di tempo far sì che sette italiani su dieci usino regolarmente l’identità digitale. Sono le sfide che ha messo sul tavolo il ministro dell’Innovazione e della transizione digitale, Vittorio Colao, durante un’audizione in commissione Trasporti alla Camera sugli obiettivi strategici del suo dicastero.

L’ex manager delle telecomunicazioni ha spiegato che il piano per la digitalizzazione per l’Italia vuole “essere ambizioso”, anche grazie ai fondi del Pnrr, il Recovery fund italiano. “Vogliamo, e possiamo, essere nel gruppo di testa in Europa”, ha assicurato.

La Ue ha degli obiettivi di digitalizzazione a 10 anni, “noi vogliamo essere più ambiziosi e mettiamo obiettivi a 5 anni: al 2026 vogliamo che il 70% della popolazione usi l’identità digitale e sia digitalmente abile, portare il 75% delle Pa italiane a usare servizi Cloud, raggiungere almeno 80% dei servizi pubblici erogati online”. E soprattutto, ha aggiunto “vogliamo, in collaborazione con gli operatori di mercato e il Mise, raggiungere il 100% delle famiglie e delle imprese italiane con reti a banda ultra-larga“. “Per la prima volta l’Italia partirebbe avvantaggiata”, ha rimarcato e aggiunto che il cambiamento, anche quello digitale, deve essere “radicale, pervasivo e di lungo periodo”.

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Per quel che riguarda la banda larga, il ministro aveva già chiarito che bisogna accelerare il piano per la copertura infrastrutturale e indicato tre direzioni di intervento: accelerare i lavori, modificando le regole sul rilascio dei permessi che hanno fin qui rallentato la posa della fibra. Non sposare alcuna tecnologia, ma consentire – a seconda delle caratteristiche di ciascuna area geografica – di posare cavi a terra piuttosto che il wi-fi o le comunicazioni via satellite. Infine, mantenere la concorrenza: “Dobbiamo garantire che non si creino posizioni dominanti e che i cittadini possano continuare a scegliere”, ha spiegato recentemente.

Architettura di intervento che ha confermato oggi, quando ha spiegato che il piano d’azione in rampa di lancio “interviene tanto sul lato dell’offerta quanto su quello della domanda. Quanto all’offerta, miriamo alla copertura dell’intero territorio con connessioni ad altissima velocità, senza lasciare indietro nessuno, con un approccio agnostico teso a dare accesso a tutti con tutte le tecnologie utili per poterlo fare: fibra a casa, fixed wireless, 5g”. Il passo necessario è lavorare “al piano per l’identificazione e la copertura per quelle aree ‘grigie’ ove non saranno previsti, nei prossimi anni, investimenti privati in reti ad altissima velocità. Faremo rapidamente la mappatura e le consultazioni. Non appena pronto porteremo il piano al comitato interministeriale per la transizione digitale. E’ un processo complesso che prevede l’interlocuzione con il mercato e con le istituzioni nazionali e comunitarie. Lo vogliamo velocizzare il più possibile”.

Per quel che riguarda la domanda, “attendiamo l’approvazione, da parte della Commissione europea, delle misure relative alla fase 2 dei così detti voucher a supporto dell’accesso alla rete di famiglie e imprese. Appena ottenuta, avremo circa 900 milioni di euro a disposizione di imprese e cittadini”. Colao ha quindi fatto il punto sullo strumento: da novembre 2020 sono stati attivati oltre 118.000 voucher in tutta Italia dedicati alle famiglie a basso reddito, per un totale di oltre 59 milioni di euro erogati. A cinque mesi dall’avvio della misura, le risorse impegnate ammontano a oltre 73 milioni di euro, pari a circa il 37% dei fondi disponibili”.

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Tra gli elementi di digitalizzazione dei cittadini, un ruolo di primo piano lo gioca l’app IO: “Ad oggi sono già più di 10 milioni i cittadini che hanno scaricato l’app IO e possono accedere ai servizi o ai messaggi delle amministrazioni direttamente dal proprio telefono mobile”, ha ricordato. Promettendo:  “Contiamo di poter presto rendere disponibili nuove funzionalità sull’App IO anche grazie alla emanazione delle linee guida Agid attualmente all’attenzione del Garante della Privacy”.

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