Come votano i cattolici in Lombardia: tutti contro l’astensione e questa volta Cl è divisa tra Meloni e terzo polo

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È finito il tempo nel quale i cattolici votavano compatti per un partito, preferibilmente quello che aveva insegne cristiane nel simbolo. Spariti i grandi leader che avevano la capacità di trainare il voto, i credenti votano secondo coscienza, chi a destra, chi a sinistra. L’unico obiettivo per il quale tutti i movimenti ecclesiali fanno appello è sconfiggere l’astensionismo. Niente indicazioni di voto, niente santini distribuiti davanti alle parrocchie.

L’appello di Azione cattolica ambrosiana: “Attenzione ai poveri e accoglienza per i migranti”

Domani, 25 settembre, ognuno deciderà nel chiuso della sua cabina, con la matita in mano e la scheda aperta davanti. È facile immaginare come il mondo che fa riferimento alle Acli e ad Azione Cattolica, alla Cisl e alla Caritas Ambrosiana, dia il voto a chi parla di difesa degli emarginati e delle classi più povere, come a chi parla di diritti e di inclusione. Sui siti dei diversi movimenti ci sono gli appelli elettorali, che non indicano nomi e liste, ma lasciano capire chiaramente da che parte batte il cuore. “Il voto è un segnale contro l’indifferenza e la rassegnazione, è una sincera scelta democratica”, si legge sul sito di Azione cattolica ambrosiana, che invita i propri soci a non cedere all’astensionismo. E poi li invita a scegliere chi fra le altre cose promette “attenzione alla persona, a partire dalla risposta alle povertà” e “rispetto dei fenomeni migratori che implicano accoglienza e integrazione“.

Con i giovani volontari del Pd per l’ultimo volantinaggio a Milano prima del voto: sorrisi, passione e qualche “no grazie”

Non solo Lupi, il popolo di Cl si divide: i delusi della Lega scelgono Meloni, ma cresce la tentazione terzo polo  

La sorpresa è il popolo di Comunione e Liberazione che non marcia compatto come una volta. Anzi, appare persino spaccato in vista delle urne. Finita l’era del leader maximo Formigoni, oggi dei big di un tempo rimane in campo Maurizio Lupi, che scende in pista con la sua lista “Noi Moderati” a fianco di Meloni, Salvini e Berlusconi. Il presidente di Assolombarda Alessandro Spada gli ha spiegato “quali sono le priorità del motore della crescita del Paese, cioè le imprese: energia, lavoro, fisco e giovani”. E l’ex assessore all’Urbanistica del Comune di Milano nella giunta Albertini, gli ha espresso la sua convinta adesione: “È importante operare immediatamente, nell’emergenza energia, fornendo adeguati ristori alle aziende e, per una visione di medio e lungo periodo, arrivare a mettere un tetto al prezzo del gas”. Il mondo di Cl col cuore a destra sceglierà Lupi, perché è considerato garante di posizioni più moderate – anche se ha votato contro Draghi – e si pensa che avrà una posizione di governo. Ma l’applausometro del recente meeting di Rimini ha mostrato di quanto favore goda ora la stessa Giorgia Meloni, che ha conquistato anche molti che in passato avevano scelto Lega.

I bene informati, raccontano però un crescente interesse per il terzo polo Renzi-Calenda da parte dei ciellini arrabbiati con chi ha fatto cadere il governo Draghi, ritenuto il più credibile a livello europeo. Raccontano che ha suscitato malumori una recente intervista in cui Giancarlo Cesana, tra gli ex leader storici di Cl, ha lanciato quello che è stato inteso come un invito a votare a destra, fronte che garantisce la tutela dei valori del movimento fondato da Don Giussani. Insomma, grande è la divisione in casa ciellina. D’altra parte candidati di area sono sia Filippo Campiotti, che corre nell’uninominale in un collegio milanese per Azione, sia Lorenzo Malagola, che è al proporzionale nella lista di Fratelli d’Italia. Nessuno si è spinto fino al partito di Enrico Letta che è vicino a Fondazione per la sussidiarietà, ma adesso è più difficile che sia votato vista l’alleanza fatta con la sinistra-sinistra.

L’agenda di Cl per la politica: “Difesa della vita e sostegno alle famiglie”

Alcuni temi decisivi per Cl li elenca Francesco Cassese, responsabile diocesano del movimento: “Difesa della vita, sostegno alle famiglie, libertà di educazione, lavoro inteso come ambito di realizzazione umana, non solo professionale. Ci interessa che la politica e chi governerà il Paese sappia valorizzare una vera cultura sussidiaria, dove lo Stato dà fiducia alla libera iniziativa dei singoli che si mettono insieme fino a creare corpi intermedi in grado di rispondere ai bisogni della comunità”. Più chiaro di così.

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