Comunali a Milano, Salvini incorona Albertini: “Ottimo sindaco per il futuro, se fossi Sala sarei preoccupato”

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Sarà Gabriele Albertini il prossimo candidato sindaco del centrodestra a Milano, nella corsa d’autunno contro Beppe Sala? Quelle che erano voci adesso prendono quota con le parole di Matteo Salvini, il leader della Lega a cui spetta – negli equilibri tra alleati – la decisione finale. Durante una visita al centro vaccinale allestito alla Fabbrica del Vapore il segretario leghista dice apertamente: “Albertini? L’ho sentito più di una volta e abbiamo fatto come si fa al bar ad una certa età… Abbiamo rievocato i bei tempi antichi e abbiamo ricordato quanto Milano sia cambiata grazie alla giunta Albertini e alla Lega”. Periodo non certo di rapporti distesi, tra i due, infatti Salvini aggiunge: “Nonostante in passato non siano mancati gli scontri tra me e lui – sapete che abbiamo litigato non una ma 150 volte, compreso quando mise un veto su mia ricandidatura al Consiglio comunale – per me è un ottimo sindaco e mi piacerebbe che possa essere anche un ottimo sindaco per il futuro”. I motivi? “Perchè molto di quello che è stato inaugurato negli anni successivi è stato ideato, progettato, finanziato e appaltato da Albertini e dalla giunta di centrodestra di cui la Lega faceva orgogliosamente parte”.

Nulla di deciso, ancora, perché ovviamente dovrà essere il tavolo della coalizione a decidere e lo stesso ex sindaco non ha ancora dato ufficialmente la sua disponibilità. “Gli ho parlato io ripetutamente e non mi permetto di parlare a nome di altri – ha precisato infatti Salvini – ma i responsabili locali di FdI hanno governato con Albertini, De Corato era suo vicesindaco e Maullu consigliere”. Ma con Forza Italia, invece, l’interlocuzione sarebbe un passo avanti: “Ne ho parlato con berlusconi e con gli attuali consiglieri comunali e penso che Albertini-Sala sia una bella sfida sui progetti”. Su Sala arriva la stoccata: “Penso che qualcuno arrivi un po’ stanco a questa sfida perchè magari ambiva a qualche megaincarico nazionale che, non entro nel merito del perchè il Pd non gli abbia offerto, mentre qualcuno arriva invece con la voglia di ripartire dove ci eravamo fermati. Se fossi Sala oggi sarei più preoccupato rispetto alla scorsa settimana”.

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Già ieri Salvini aveva detto, parlando di Albertini, che “su molti temi parliamo la stessa lingua”, aggiungendo che gli aveva fatto “molto piacere aver sentito al telefono una persona come Gabriele Albertini e di aver discusso della Milano del futuro, di quartieri, crescita, sviluppo”. Perché, ricorda il leader della Lega, “Milano per me è cuore, sangue, e anima. Sta soffrendo come tante altre città per il Covid ma anche per la mancanza di crescita e di progettualità”. Per Salvini insomma “Milano ha bisogno di una scossa, deve essere la locomotiva e il faro”.

Dal canto suo, Albertini (già sindaco per due mandati) fa sapere di aver ricevuto un sacco di messaggi che gli hanno fatto piacere, ma aggiunge: “Non ho ancora deciso nulla”. Anche se c’è chi ha perfino già lanciato una petizione perché accetti la candidatura a sindaco. Anche l’ex leghista Giancarlo Pagliarini, che è stato assessore al Bilancio durante il secondo mandato di Albertini quando la Lega era entrata nella sua squadra, sostiene che “Albertini è bravo”. E assicura che nel match con Sala “vincerebbe lui”.

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Esce allo scoperto anche il ciellino Maurizio Lupi, finora dato anche lui tra gli aspiranti alla candidatura a sindaco per il centrodestra e sponsorizzato da Silvio Berlusconi in persona. “Come ha detto Salvini, dobbiamo trovarci al più presto per scegliere il miglior candidato – ha precisato ieri l’ex ministro – . Io ho fatto parte della giunta Albertini, quindi so cosa ha fatto il sindaco e la sua giunta per Milano. Bisogna verificare la sua disponibilità e poi parlarne tutti insieme. Se son rose fioriranno”. In ogni caso, il centrodestra, per la prima volta, sembra tornare a credere nella possibilità di riconquistare Palazzo Marino. Salvini vorrebbe annunciare la candidatura appena scatteranno le riaperture a maggio. O forse addirittura prima. Con una manifestazione all’aperto. Nel rispetto delle regole.

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