Con l’Ucraina al buio, l’allarme di Bruxelles: “Potrebbero arrivare 3 milioni di profughi”

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Roma – È davvero l’ora più buia per l’Ucraina. L’assenza di elettricità e di riscaldamento nelle case di Kiev, di Leopoli, di Odessa, di Kherson, di Kharkiv sono un problema per l’Unione Europea. Soprattutto per i Paesi che con l’Ucraina confinano. La strategia del buio di Putin, infatti, è ibrida: serve per fiaccare il fronte interno di Zelensky ma anche per stringere l’Ue in una morsa umanitaria, con una nuova possibile ondata di profughi in cerca di luce e un termosifone acceso “Nello scenario peggiore, si prevede che prima di Natale possano attraversare il confine occidentale fino a tre milioni di ucraini”, stimano fonti qualificate dell’intelligence europea. E a Bruxelles non possono fare altro che lanciare l’avviso ai naviganti.

“È necessario che gli Stati membri siano pronti ad accogliere un nuovo flusso di sfollati”, fa sapere un funzionario europeo in vista del Consiglio straordinario sugli Affari interni di domani. “Con l’inverno è probabile che si verifichino nuove partenze dall’Ucraina, in concomitanza con l’aumento dei flussi migratori sulla rotta del Mediterraneo Centrale e dei Balcani occidentali”.

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Al momento la seconda ondata non è ancora cominciata. Le strutture di accoglienza di Intersos, l’organizzazione non governativa italiana presente sulla frontiera moldava e polacca, non registra transiti superiori alla media degli ultimi giorni. Tuttavia, le conseguenze del peggior black-out della storia moderna europea (nemmeno in Germania nel 1945 era accaduto che un’intera nazione rimanesse senza luce) sono imprevedibili. Il presidente Zelensky ha chiesto una riunione urgente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. “Ripareremo tutto e andremo avanti, siamo un popolo che non si piega”, assicurando la prossima creazione di quattromila centri “dell’invincibilità” per fornire acqua e corrente agli abitanti delle città. Se non saranno allestiti in fretta, e se non basteranno, un altro esodo verso l’Europa è scontato.

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Da quando è cominciata la guerra, sono 15 milioni gli ucraini fuggiti dai bombardamenti russi attraversando il confine. Molti però, con la stabilizzazione del fronte al di là del fiume Dnipro, sono rientrati. Ad oggi risultano quasi 3 milioni di sfollati ucraini in Russia e Bielorussia, e 4,7 milioni registrati nel territorio dell’Ue, soprattutto in Polonia (1,5 milioni), Germania (un milione), Repubblica Ceca (460 mila). Al 18 novembre, l’Italia ne ha accolto 173.456, di cui 92.258 donne, 29.923 uomini, 51.275 minorenni, ai quali si aggiungono 5.079 minori non accompagnati. Sono sistemati nella rete di appartamenti e case del sistema diffuso dell’accoglienza, poi 11 mila sono nei Cas, 2 mila nelle strutture del vecchio circuito Sprar.

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Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi in più di un’occasione ha espresso preoccupazione per il congestionamento del sistema, facendo capire che, nel caso di nuova ondata di profughi, l’Italia potrebbe non essere in grado di prenderne molti più di adesso. L’onere ricadrà soprattutto sui Paesi limitrofi o vicini all’Ucraina, come Polonia e Repubblica Ceca. Che però sono già al limite dell’accoglienza e si troveranno nelle condizioni di protestare a Bruxelles con gli altri Paesi Ue, mettendo così a rischio ogni possibile compromesso sul governo dei flussi migratori. Esattamente il tipo di situazione che sta cercando di provocare Vladimir Putin
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