Concerto per l’Ucraina a Bologna: 7mila in piazza, sul palco la musica per fermare “questo abominio”

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Spetta agli Zen Circus e alla loro “Catene” l’onore di inaugurare “Tocca a noi”, il concertone di piazza Maggiore in favore della popolazione ucraina e dei bambini colpiti dalla guerra. Una canzone intima e dal grande impatto emotivo per aprire una serata che è sì una festa pop per i fortunati che si sono riusciti ad accaparrare uno dei settemila biglietti gratuiti bruciati in due ore, ma – e lo sottolineano le parole di Brecht che in apertura precedono la musica – soprattutto una notte per ricordare il dramma umanitario che si sta vivendo in Ucraina e aiutarne le vittime.

 Con le donazioni sul sito di Save the Children o al messaggio solidale 45533, o anche solo mostrandosi numerosi e vicini alla causa.

“La musica non ferma le guerre ma crea comunità, e le comunità le guerre le fermano”, le parole degli Zen Circus salutando il pubblico. Il sindaco di Bologna Matteo Lepore offrendo piazza Maggiore aveva subito raccolto l’idea per questo concerto lanciata da La Rappresentante di Lista e realizzata in tre settimane. Eccoci qui, allora, e la band siciliana cui spetta la primogenitura dell’evento  prima di esibirsi nel proprio set sale sul palco a introdurre la serata. “Siamo emozionatissimi di essere qui assieme per fermare questo abominio”, dicono.

Poi La Rappresentante di Lista tornerà sul palco per chiudere la nottata in duetto col padrone di casa Gianni Morandi, ormai sempre più beniamino anche dei giovani dopo un Sanremo da trionfatore morale, come sottolineano i cori tutti per lui dedicatigli dai ragazzi in prima fila nei minuti di attesa prima dell’inizio dello spettacolo.

Concerto per la pace, concerto per l’Ucraina, ma anche primo grande evento in Italia con questi numeri di pubblico dopo la fine dello stato d’emergenza e il ritorno al 100% delle capienze. Dopo due anni di pandemia “Tocca a noi” segna anche la ripartenza per i promoter e club che l’hanno organizzato: i locali bolognesi Estragon e Locomotiv, PER Promoter Emilia Romagna, le agenzie Studio’s e Woodworm.

Una folla decisamente giovane s’è assiepata attorno alle transenne che circondano la piazza bolognese già da metà pomeriggio, per assicurarsi un posto in prima fila all’apertura dei cancelli, puntuale alle 18.30. Tanti ragazzi e ragazze adolescenti si guadagnano la transenna e i posti migliori, con un afflusso alla piazza molto graduale, centellinato da controlli zaini e Green Pass. Così a 20 minuti dall’inizio previsto alle 20 via Rizzoli era un lungo serpentone di persone in coda quasi fino a sotto alle Due Torri, a circa 250 metri dal traguardo, e così il sipario allo show viene ritardato di una mezz’ora per favorire l’ingresso di tutti.

Dentro ci sono tante bottigliette d’acqua e pizzette e pochissime birre o alcolici, poi le bandiere della pace, Amnesty International e di Save the Children. Un grande raduno, ok, ma sobrio e morigerato, mentre gli spettatori più grandi, non moltissimi comunque, cominciano ad arrivare nelle retrovie del Crescentone e più a ridosso dell’inizio dello show.

Un pubblico tranquillo e festoso che già dal mattino era passato a curiosare il soundcheck. Del resto l’occasione è ghiotta, sul palco in quasi tre ore di spettacolo si avvicendano, due canzoni a testa, dodici artisti e molti pezzi grossi del pop rock e della musica indipendente italiana: da Brunori Sas a Diodato, da Elisa a Noemi. Ancora, Rancore, Elodie, Gaia, Fast Animals and Slow Kids, Paolo Benvegnù. 

Per una ripartenza della musica che inizia da Bologna e da settemila voci che in coro chiedono la pace.

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