Basta un episodio, quello del rigore. Al 33’, quando sugli sviluppi di un corner Mandragora trattiene la maglia di Hofmann e l’arbitro assegna il calcio di rigore che un minuto dopo Grull non fallisce. Il Rapid Vienna, autore di un ottimo primo tempo tutto ritmo e ripartenze, costruisce così la sua vittoria e manda in tilt i piani della Fiorentina di Vincenzo Italiano, che per accedere alla fase a gironi della Conference League dovrà ribaltare tutto tra una settimana al Franchi.
I viola, finalisti della passata edizione, sapevano che nessuna avversaria era da prendere sottogamba. Specie ai preliminari, quando si possono affrontare formazioni provenienti da campionati già avviati come quello austriaco. Qualche gara in più nelle gambe che può fare la differenza, eccome. E così colmare un gap tecnico che, specie nel secondo tempo, è parso evidente. Il Rapid tutto chiuso nella sua metà campo e la Fiorentina in pressing alla ricerca di un pareggio che però non è mai arrivato.
Italiano, per capire quanto tenesse a questa sfida, aveva riproposto gli stessi giocatori schierati titolari sabato sera a Genova, nella larga vittoria contro la squadra di Gilardino. Unica eccezione: Dodó al posto di Kayode, fermato da una tonsillite. I ritmi dei viola sono bassi, quelli del Rapid sicuramente già brillanti. Sarà così per tutta la gara, col secondo tempo che vedrà da parte del tecnico viola alcuni cambi alla ricerca di una maggiore brillantezza. Beltran e Infantino, i due argentini nuovi acquisti, nel finale sfiorano il pareggio. Ma a esultare sono i 23 mila dell’Allianz Stadion di Vienna tutto esaurito. Per gli austriaci un’impresa a tutti gli effetti, che però tra una settimana dovrà essere messa in discussione dai viola. Altrimenti il sogno di riscattare la sconfitta in finale col West Ham, potrebbe svanire senza neanche arrivare alla fase rem.
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