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Confronto di Repubblica, scontro tra candidati su Embraco. Lo Russo: “Giorgetti viene qui e non prende mai impegni”

Al confronto fra i tre principali candidati a sindaco di Torino -Stefano Lo Russo per il centrosinistra, Paolo Damilano per il centrodestra, Valentina Sganga per i Cinque Stelle – organizzato da “Repubblica” a Palazzo Madama e moderato dal direttore Maurizio Molinari, tiene banco la vicenda della ex Embraco. Parlando della “grande questione industriale”, Lo Russo ha attaccato il ministro allo Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti all’indomani della sua visita a Torino, durante la quale ha anche incontrato una delegazione di lavoratori Embraco.

“Sono un po’ interdetto – ha detto Lorusso – nel vedere il ministro Giorgetti venire periodicamente a Torino e non prendersi mai nessun impegno. Su Embraco ieri ha comunicato che riceverà i lavoratori che sono da mesi in piazza, sulla gigafactory ha lavorato e non si capisce come finisce a Termoli, sulla fabbrica di Intel apprendiamo che non è neanche più nell’orizzonte di Torino. Io credo che le questioni della politica industriale siano anche nazionali e il sindaco deve farsi sentire”.

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“Ieri il ministro Giorgetti – è la replica di Damilano – si è preso l’impegno di pagare per due anni i lavoratori Embraco a chiunque decidesse di assumerli, per un semplice concetto, che io condivido pienamente, che piuttosto che pagare la cassa integrazione, che tanto allo Stato comunque costa, a questo punto per tutti gli industriali nell’area torinese che potessero aiutare i lavoratori Embraco lo Stato si farà carico di due anni di stipendio completo”.

Intanto Valentina Sganga, candidata sindaca per Il movimento 5 Stelle, torna a negare la possibilità di un sostegno al candidato di centrosinistra Stefano Lo Russo. “Vorrei che andassimo avanti con le scelte fatte in questi ultimi anni e non vorrei che Torino tornasse nelle mani di chi ci ha lasciato la città in macerie, una città con un debito enorme, una città senza lavoro”, dice nel suo intervento conclusivo al dibattito tra i tre principali candidati organizzato da “Repubblica” a Palazzo Madama.

Sganga ha subito aggiunto che non vorrebbe vedere Torino amministrata neppure da “chi ha all’interno della sua coalizione delle forze politiche che negano l’importanza dei diritti e della parità di genere”, rimarcando quindi una sua equidistanza tanto da Lo Russo quanto da Damilano.

“Chiediamo il voto ai torinesi – dice Lo Russo – sul terreno del progetto, un progetto che guarda con fiducia al futuro della città, che fa tesoro degli errori commessi e che prova a scommettere sulla ripartenza. In queste settimane e in questi anni nelle istituzioni sto cogliendo nei torinesi una grande voglia di ripartenza, di riscatto, anche l’orgoglio che ha sempre caratterizzato la nostra città e che dobbiamo tutti quanti collaborare a ricostruire”.

“Il voto lo chiediamo anche – aggiunge Lo Russo – nell’ottica di un comune che non si chiude in se stesso, non è prigioniero di logiche partitiche che tendono a prevalere sulle logiche di interesse generale. Nei primi 100 giorni – ribadisce – chiameremo a raccolta a Palazzo Civico tutte le energie vitali del nostro territorio per la costruzione di un Patto per lo Sviluppo che ha l’ambizione di rilanciare l’economia della città senza lasciare nessuno indietro. Mi candido – conclude – perché Torino è la mia città, perché mi spiace vederla così e perché può fare molto di più di quello che ha fatto in questi anni, ha davvero le potenzialità per diventare una grande città italiana ed europea”.

“Ho sentito alta la responsabilità di partecipare a quello che è un dopoguerra -ha detto invece Damilano – Ho capito che la società civile si doveva unire e che dovevamo dare il nostro contributo come cittadini. Noi ci metteremo tutto il coraggio e la determinazione per unire le forze della società civile con quelle della politica, dei partiti e anche della stessa amministrazione che ha colto la gravità del momento e che ci chiede ogni giorno di arrivare ad amministrare la città e insieme poterla cambiare”.

“Abbiamo combattuto per un anno e mezzo – ha aggiunto Damilano – cercando di salvare anche soltanto una vita e ce l’abbiamo fatta. Ora dovremo combattere per i prossimi 5 anni per riuscire a realizzare anche solo un posto di lavoro, perché il lavoro, dopo la salute è la cosa più importante per i cittadini. Ogni euro che arriverà nella nostra città – ribadisce – dovrà essere tramutato in economia, in posti di lavoro, non accetteremo nessun progetto se alla fine non ci verrà garantito avrà una ricaduta economica sulla città”.

“Quando una casa brucia – è invece l’immagine proposta da Valentina Sganga – si può scegliere di scappare oppure di spegnere il fuoco: noi abbiamo scelto la seconda possibilità, in questi anni, con scelte coraggiose. A volte il coraggio si paga in termini di consenso ma erano scelte necessarie e io vorrei che andassimo avanti per quello e non vorrei che Torino tornasse nelle mani di chi ci ha lasciato una città in macerie, con un debito enorme, senza lavoro o che andasse nelle mani di chi ha, all’interno della sua coalizione, delle forze politiche che negano l’importanza dei diritti e della parità di genere”.

“Mi candido – ha detto inoltre Sganga – perché in questi anni ho maturato un’esperienza amministrativa e perché siamo reduci da un’esperienza di governo della città che ha dato risultati notevoli in tanti campi e questo lavoro deve andare avanti. Il terreno principale è quello dell’ambiente – prosegue Sganga -, c’è un filo verde che collega ogni parte del programma e su quello insisteremo. La sfida nei prossimi anni sarà quella di creare posti di lavoro ma allo stesso tempo salvaguardare il pianeta. Fondamentale sarà anche mettere al centro dell’azione politica le donne e soprattutto i giovani, coloro che hanno posto più di ogni altri la questione ambientale e a loro dobbiamo dare risposte con interventi politici e amministrativi”.



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