Conte, Renzi, Calenda, Fratoianni e Bonelli, tutti assenti i leader uomini dell’opposizione alla manifestazione delle donne

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Tutti d’accordo sul motivo di fondo della mobilitazione: basta violenze sulle donne, basta femminicidi. Però quasi tutti i leader dell’opposizione domani in piazza a Roma non sfileranno. Questione di incastri con le agende, viene spiegato dai vari staff. Ma anche ragioni tutte politiche, per alcuni. Non sul tema portante della manifestazione, convocata dalla rete “Non una di meno”, per domani pomeriggio, ore 14.30, al Circo Massimo, in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Ma per alcune considerazioni che le attiviste hanno inserito nel lunghissimo appello-piattaforma dell’adunata. Specialmente il passaggio sul Medio Oriente. “Lo stato Italiano – si legge – deve smetterla di essere complice di genocidi in tutto il mondo”, perché “schierandosi in aperto supporto dello stato coloniale di Israele, appoggia di fatto il genocidio in corso del popolo Palestinese”. Una posizione che cozza con la linea di quasi tutti i partiti dell’ex campo largo, a cominciare dal Pd, che è per il cessate il fuoco umanitario e per la soluzione due popoli-due stati.

Il Pd

Elly Schlein, comunque, probabilmente ci sarà. Così filtra dal Nazareno e così ha confermato la leader stessa: “Il Pd ha sempre partecipato alla manifestazione di Non una di meno e parteciperà anche domani. Io la mattina sono a Perugia, se riuscirò parteciperò anche io molto volentieri”. In piazza ci saranno i fedelissimi della segretaria del Pd: da Marco Furfaro a Marta Bonafoni, ad Arturo Scotto. Altri invece, al Nazareno e dintorni, tacciono. L’imbarazzo è palpabile, per il passaggio su Israele. Che la segretaria dem ha commentato così: “Il Pd ha una posizione chiara e senza ambiguità” sulla guerra in Medio Oriente e “non si fa tirare in polemiche di altri. Non utilizzerei in maniera strumentale qualcosa” che può intaccare l’unità della battaglia contro la violenza di genere. Su cui “la politica può e deve fare di più di fronte alla mattanza quotidiana di donne e ragazze. C’è tanto da fare per la prevenzione. La repressione non basta”, ha detto Schlein aggiungendo di aver “chiesto l’approvazione di una legge sull’educazione all’affettività” nelle scuole, ma “mi sembra” che con Meloni e con il centrodestra “ci sia ancora distanza”.

Intanto, i componenti del Pd in commissione di Vigilanza Rai hanno scritto una lettera ai vertici della Rai, alla presidente Marinella Soldi e all’amministratore delegato Roberto Sergio, per chiedere che “sia assicurata adeguata copertura con diretta televisiva della manifestazione”.

Assenti gli uomini, da Conte a Renzi

Tutti gli altri leader invece non sfileranno. Giuseppe Conte, spiegano dal suo entourage, è indaffarato in Umbria, prima al congresso di Sinistra italiana, poi per un’assemblea regionale. Ma manderà qualche parlamentare, da Alessandra Majorino a Gabriella Di Girolamo. Carlo Calenda è ancora convalescente dopo un intervento all’ernia, ma “qualcuno dei nostri andrà sicuramente”, informano da Azione. “Impegni in agenda” anche per i rossoverdi Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, il primo a congresso a Perugia, il secondo a una conferenza contro il ponte sullo Stretto di Messina. Matteo Renzi aveva pensato di andare, insieme a Maria Elena Boschi. Ma letto il manifesto, alla fine, ha deciso di no.

Meloni

In piazza Meloni non ci sarà. “Celebreremo questa sera la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”, ossia con una cerimonia in programma alle 19 a Roma, con l’illuminazione della facciata di Palazzo Chigi. “Domani sono a Baveno, in teoria stiamo cercando di mettere tutto insieme ma intanto stasera faremo questa iniziativa”, ha precisato la premier dal Veneto per la firma all’Accordo per la coesione con la Regione, aperta con un applauso in ricordo di Giulia Cecchettin. “Non ci fermeremo fin quando non si fermerà” la violenza contro le donne, “qualcosa di incompatibile con il nostro presente. Sottoscrivo il ricordo di Giulia e la responsabilità che tutti abbiamo di fronte a fenomeni intollerabili che vanno combattuti a 360 gradi. Mi ha reso fiera la legge votata da tutte le forze politiche, ci sono terreni su cui la condivisione può fare la differenza”, ha concluso Meloni.

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