Cop26, un piano green per abbassare i prezzi dell’auto elettrica

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“Rendendo la tecnologia pulita la scelta più conveniente, accessibile e attraente, possiamo ridurre le emissioni in tutto il mondo”, ha affermato Boris Johnson, primo ministro del Regno Unito, alla conferenza sul clima di Glasgow Cop26. Un appuntamento cruciale, dal quale è uscita una strategia precisa: sostenere in tutti i modi le auto elettriche. Macchine che oggi sono già più economiche da gestire rispetto a quelle che bruciano combustibili fossili e sono vicine al punto di svolta quando a breve diventano anche più economiche da acquistare.

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Già adesso (fonte Car Cost Index 2021 di LeasePlan) le auto elettriche nel segmento premium di medie dimensioni sono competitive in termini di costo rispetto ai veicoli con motore a combustione interna in 17 Paesi d’Europa, ma grazie alla “spinta” che potrebbero ricevere sotto forma di aiuti governativi dalla “competizione” si potrebbe passare – a breve – alla “convenienza”. A essere precisi alla Cop26 non si è parlato di come realizzare tecnicamente gli incentivi per l’auto, ma dopo gli annunci sulle strategie più generali sono stati dichiarati investimenti record per spingere il “green”.

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La sola coalizione di società finanziarie internazionali nata lo scorso aprile per affrontare il cambiamento climatico e guidata in qualità di presidente dall’ex governatore della banca centrale inglese Mark Carney, ad esempio, ha annunciato l’impegno di capitali privati impegnati fino a 130 trilioni di dollari per raggiungere gli obiettivi di emissioni nette zero entro il 2050. Lo ha spiegato bene lo stesso Carney durante la conferenza sul clima di Glasgow e l’evento è stato l’occasione per annunciare che alla coalizione presterà il proprio supporto anche Michael Bloomberg che affiancherà Carney come co-presidente. La Glasgow Financial Alliance for net zero (Gfanz) – che è composta da oltre 450 banche, assicuratori e gestori patrimoniali in rappresentanza di 45 paesi – potrebbe fornire fino a 100 trilioni di dollari di finanziamenti per aiutare le economie a passare alla neutralità carbonica nell’arco dei prossimi tre decenni.

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“Ora abbiamo tutte le condizioni necessarie – ha detto Carney – per far passare il cambiamento climatico dai margini al primo piano della finanza in modo che ogni decisione finanziaria tenga conto del cambiamento climatico”. Al totale degli asset della coalizione i gestori concorrono con asset per 57 trilioni di dollari, mentre altri 63 trilioni di dollari vengono dalle banche e 10 dai fondi pensione.

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Insomma mentre i leader mondiali annunciano un piano per rendere la tecnologia verde più economica ora ci sono davvero le risorse economiche. E se Regno Unito, Stati Uniti e Cina, tra i paesi che rappresentano i due terzi dell’economia globale, si accordano per promuovere l’energia verde e le automobili elettriche, significa che – a breve – qualcosa succederà davvero. Non solo: più di 40 nazioni hanno affermato che allineeranno gli standard e coordineranno gli investimenti per accelerare la produzione e portare avanti il “punto di svolta” in cui le tecnologie verdi diventeranno più convenienti e accessibili rispetto alle alternative a combustibili fossili.
 

Certo, non si parla solo di auto, ma i cardini di questa svolta sono cinque: elettricità pulita, veicoli elettrici, acciaio verde, idrogeno e agricoltura sostenibile. L’obiettivo è renderli accessibili e disponibili a tutte le nazioni entro il 2030 e creare 20 milioni di nuovi posti di lavoro.

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