Coronavirus, a Latina nella fabbrica italiana degli anticorpi monoclonali

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Dopo mesi di scetticismo, anche in Europa gli anticorpi monoclonali iniziano ad essere visti come una delle armi migliori nella lotta contro il Covid. Secondo il colosso farmaceutico americano Eli Lilly, dalla sperimentazione in corso negli Usa è emerso che riducono la mortalità del 70% una volta iniettati subito a chi risulta positivo al virus. Negli Stati Uniti vengono impiegati anche in chiave preventiva, vengono usati in Israele e la Germania ne ha appena fatto richiesta.

Eli Lilly: “I nostri anticorpi monoclonali riducono la mortalità e i ricoveri del 70%”

Nonostante l’Italia abbia rifiutato inizialmente la sperimentazione, a produrli è un’azienda che rappresenta una delle eccellenze della farmaceutica italiana, la Bsp Pharmaceuticals spa di Latina, fondata da Aldo Braca, ex manager del gruppo Bristol Myers Squibb, che nel 2006, dalle ceneri di uno stabilimento dell’azienda alimentare Tetra Pak, sull’Appia, ha dato vita a una società che nel 2021 prevede un fatturato da 210 milioni di euro e che attualmente dà lavoro a 800 persone. Un’azienda che si occupa di produzione, ricerca e sviluppo.

“Ci occupiamo per il 90% di oncologia innovativa – specifica Braca, che della Bsp è presidente e amministratore delegato – con prodotti per il primo trattamento dei tumori, usando anticorpi monoclonali coniugati a tossine. Lavoriamo solo per l’export. Tutti i nostri clienti sono in America e in Giappone. Quando le grandi aziende farmaceutiche stanno ultimando la fase della ricerca devono appoggiarsi a chi può occuparsi dello sviluppo della produzione di quei prodotti”. Un’eccellenza appunto, fondata nel 2006 rilevando lo stabilimento Tetra Pak, riconvertendo le 110 persone che lavoravano in quell’azienda e con un impianto totalmente green, in grado di non inquinare. Nel 2008 la Bsp è entrata in attività e nel 2010 ha iniziato anche la produzione.

Coronavirus, a Latina al via la produzione di 2 milioni di dosi di anticorpi monoclonali

“Sono sei anni consecutivi – afferma con soddisfazione l’AD – che veniamo riconosciuti dalla comunità oncologica di tecnologia innovativa che si incontra annualmente a San Diego come i primi nel mondo”. Tutto con 800 dipendenti, che hanno un’età media di 35 anni, la metà laureati, con un accordo con alcune università per far entrare i migliori nello stabilimento di Latina, e circa 350 esterni, tutte aziende locali italiane che si occupano della realizzazione dei nuovi impianti. Poi è arrivato il Covid. E avendo tra i propri clienti la Eli Lilly a Bsp è stato chiesto, tra agosto e settembre, un aiuto per produtte i monoclonali sviluppati dall’azienda con sede a Indianapolis. “Si tratta di un anticorpo particolare – spiega Braca – molto concentrato, che viene mandato in circolo e che neutralizza immediatamente la presenza di Covid nell’organismo. Certo, è costoso. Abbiamo subito accettato l’offerta e la Lilly ci ha fatto inserire dall’Fda, l’Agenzia americana del farmaco, nel network statunitense con un’autorizzazione d’emergenza”.

I monoclonali prodotti a Latina vengono quindi portati con dei tir in Francia, in un’azienda di proprietà della Eli Lilly che li confeziona, e poi vengono spediti ai clienti del colosso farmaceutico americano. L’accordo tra la spa pontina e l’azienda statunitense, partita la produzione a dicembre, è stato per produrre circa due milioni di flaconi l’anno e proprio a dicembre sono stati prodotti i primi 100-150mila flaconi, esportati tutti negli Usa.

“L’Italia – assicura il fondatore della Bsp – con noi non si è fatta viva. La Lilly già a novembre era decisa a discutere dei monoclonali con il nostro Governo. Ma nel nostro Paese sono tutti un po’ focalizzati sui vaccini e sulla cura forse c’è poca attenzione. La sperimentazione, come sempre sarebbe stata gratuita. Ma di tutto questo si occupa appunto la Lilly. La proprietà è la loro e noi ci occupiamo solo di produrre per loro. Quando abbiamo avuto il via libera dall’Fda abbiamo comunque subito avvertito l’Aifa”. L’Italia rischia di restare ora senza forniture? La Bsp sta ampliando il proprio stabilimento, ma ovviamente la capacità di produzione è limitata. “Il Governo, se interessato – sottolinea Braca – dovrebbe chiedere a Lilly, che è un’azienda con un’etica molto forte. Per fare un esempio, con 200mila flaconi in Italia verrebbe eliminato il rischio di 200mila ospedalizzati, verrebbero liberate le strutture sanitarie”. Ma il rischio che ormai sia troppo tardi, essendo la Eli Lilly impegnata con altri Paesi come la Germania, sembra appunto concreto.

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