Coronavirus, gli scienziati lanciano un appello a Draghi: “Per fermare le varianti servono misure restrittive immediate a livello nazionale”

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Con la pandemia e con le varianti del coronavirus non si scherza: servono misure restrittive rigide, in tempi rapidi e a livello nazionale, non territoriale e a macchia di leopardo. Questo, in estrema sintesa, il contenuto del documento inviato al nuovo presidente del Consiglio Mario Draghi e al ministro della Salute, Roberto Speranza, dal gruppo di 1.150 esperti che fa capo all’Italian Renaissance Team contro il Covid-19 fondato un anno fa dal farmacologo clinico Carlo Centemeri dell’Università Statale di Milano e che riunisce rappresentanti del mondo accademico, istituzionale e dell’industria.

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Tra i firmatari l’ex direttore esecutivo dell’Agenzia Europea dei Medicinali (Ema) Guido Rasi e l’attuale responsabile della task force vaccini dell’Ema, Marco Cavaleri, il genetista Giuseppe Novelli, il virologo Francesco Broccolo e l’epidemiologo Massimo Ciccozzi.

L’allarme è stato lanciato a seguito dei dati epidemiologici italiani, che indicano un numero costante, ma elevato, sia di casi positivi sia di decessi. Soprattutto si tiene conto degli indicatori di un peggioramento a livello delle regioni.

“Lo studio appena condotto dagli esperti dell’Istituto Superiore di Sanità, del Ministero della Salute e della Fondazione Bruno Kessler in 16 regioni e province autonome, rivela inequivocabilmente la presenza delle varianti di SARS-CoV-2 nell’88% delle regioni esaminate, con percentuali fino al circa il 60%. In circa il 20% di tutti i nuovi casi di Covid-19 sono state individuate le varianti che risultano più infettive in una percentuale che va dal 40 ad oltre il 60%, rispetto al ceppo di marzo” si legge nel documento stilato dagli esperti che hanno messo volontariamente, a titolo gratuito, la loro professionalità al servizio dei decisori. Esperti che lanciano “un appello urgente ed accorato al Presidente del Consiglio Mario Draghi ed al Ministro della Salute Roberto Speranza”, stilando una lista di provvedimenti da adottare il prima possibile per “riprendere il pieno controllo della situazione”.

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I provvedimenti da adottare

  1. Obbligo di indossare sempre in tutti i luoghi chiusi la mascherina FFP2 per protezione personale ulteriore verso le varianti.
  2. Tempestive, restrittive misure di contenimento territoriale “circoscritte, chirurgiche e circostanziate.
  3. Eventuale successiva estensione del lock-down all’intero territorio nazionale se necessario, per arginare l’ulteriore diffondersi delle varianti nel nostro Paese.
  4. Incremento del numero di test effettuati giornalmente (non meno di 250.000 su scala nazionale),  con la raccomandazione di utilizzare preferenzialmente i tamponi molecolari e gli antigenici di terza generazione, accelerando la distribuzione territoriale di questi ultimi.
  5. Genotipizzazione con test molecolari di screening che tenda ad almeno il 25% dei test risultati positivi, al fine di rivelare le varianti inglese, sudafricana e brasiliana.
  6. Sequenziamento (intero gene S) per almeno il 5% dei test risultati positivi, al fine di rivelare nuove varianti o di mutazioni che possono impattare sui test diagnostici, terapie con anticorpi monoclonali specifici contro SARS-CoV-2 e vaccini.
  7. Somministrazione di tutte e tre le tipologie di vaccino disponibili (compreso quello di AstraZeneca) mirata, esclusiva e più possibile tempestiva a tutti i soggetti oltre i 70 anni di età e a adulti a maggior rischio, causa patologie croniche o acute gravi, al fine di proteggerli da SARS-CoV-2 e dalle conseguenze dell’infezione dallo stesso. Acquisto diretto immediato di dosi aggiuntive di uno dei vaccini disponibili nel rispetto degli accordi con la Commissione Europea e le procedure regolatorie di approvazione.
  8. Predisposizione, tramite rimodulazione immediata di quelli vigenti, dei protocolli terapeutici al fine di garantire sull’intero territorio nazionale tutti i presidi ad oggi disponibili, compresi gli anticorpi monoclonali (mAb) specifici contro SARS-CoV-2, ma anche gli antiinfiammatori – inclusi quelli di recente introduzione – per bloccare la cascata citochinica.

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I firmatari

Guido Rasi MD/Microbiologo
Giuseppe Novelli MD/Genetista Clinico
Marco Cavaleri MD/PhD
Francesco Broccolo MD/Virologo

Massimo Ciccozzi MD/Epidemiologo
Stefano Vella MD/ Infettivologo
Matteo Bassetti MD/Infettivologo
Maria Rita Gismondo MD/Virologo
Anna Maria Cattelan MD/Infettivologo
Giovanni Maga MD/Genetista Clinico
Maurizio Sanguinetti MD/Laboratorista Clinico
Carlo Signorelli MD/Igienista e Salute Pubblica
Luca Cegolon MD/Igienista e Salute Pubblica
Filippo Drago MD/Farmacologo Clinico
Roberto Vettor MD/Clinico Medico
Miriam Lichtner MD/Infettivologo
Thea Scognamiglio MD/MPH/ Igiene e Medicina Preventiva
Carlo Centemeri PhD/Farmacologo Clinico

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