Coronavirus, il ritorno dell’arancione per 8 italiani su 10. In rosso restano solo quattro regioni

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L’Italia si risveglia di lunedì mattina di metà aprile sempre ad alto rischio ma molto più chiara e colorata così: Trento, Bolzano, Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise, Basilicata, Calabria e Sicilia in arancione; Val D’Aosta, Campania, Puglia e Sardegna in rosso. Circa otto italiani su dieci per un totale di 48,2 milioni di persone sono dunque fuori dalle zone con le restrizioni più rigide, secondo i calcoli di Coldiretti.

Il ritorno sui banchi

Una percentuale simile a quella degli studenti di nuovo in presenza. Considerando che anche in zona rossa si torna in classe fino alla prima media compresa, sui banchi ci saranno poco più di 6 milioni e mezzo di studenti: il 77% degli 8,5 milioni di iscritte alle scuole statali o paritarie, sostiene il portale Tuttoscuola. Tra loro, poco meno di 5,5 milioni di bambini che frequentano la scuola dell’infanzia, della primaria e delle medie, oltre ai 356 mila bambini tra 0 e 3 anni che accederanno ad asili nido e ludoteche. Gli altri sono invece gli adolescenti delle superiori in Dad a rotazione nelle zona arancioni. Unica regione in controtendenza la Sardegna, dove 63 mila alunni di seconda e terza media, dei licei e dei tecnici lasceranno le aule e si collegheranno da casa.

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La zona arancione

Quanto alle misure principali, in zona arancione ci si può muovere liberamente e senza obbligo di autocertificazione all’interno del proprio comune tra le 5 del mattino e le 22. Aperti tutti i negozi e anche i centri estetici e i parrucchieri. Bar e ristoranti invece funzionano solo per l’asporto fino alle 22 e per la consegna a domicilio a oltranza. Si possono andare a trovare amici e parenti, una sola volta al giorno, in massimo due persone, oltre a eventuali figli o minori di 14 anni e/o persone non autosufficienti. Gli spostamenti anche in questo caso sono consentiti dalle 5 del mattino alle 10 di sera. Resta la possibilità di andare in una seconda casa anche in un’altra regione.

La zona rossa

In zona rossa sono consentiti esclusivamente gli spostamenti per comprovati motivi di lavoro, salute o necessità e il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione, compreso il rientro nelle “seconde case” dentro e fuori regione. Chiusi i negozi, se non quelli considerati essenziali. Resta possibile fino alle 22 l’asporto in bar e ristoranti e la consegna a domicilio senza limiti di orario. Possibili le passeggiate, nei pressi della propria abitazione, e l’attività motoria, ma sempre svolte in maniera individuale, con l’uso dei dispositivi di protezione e a distanza di almeno un metro da altre persone.

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Le riaperture

Continua il dibattito sulle riaperture. Per il ministro del Lavoro Andrea Orlando “le riaperture non si realizzano con dichiarazioni o interviste, ma con vaccinazioni, accelerando sui vaccini, e finché non sarà a buon punto sarà fondamentale sostenere le imprese”. L’opposizione di Fratelli d’Italia pressa per riavviare le attività economiche dal 20 aprile. Il governo ha sempre detto che dipenderà dai contagi, dal numero dei morti e, ovviamente, dalla percentuale di immunità e dunque di somministrazioni. Il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri sposta la data a maggio: “Lì vedremo le riaperture. Torneremo con i colori. Non dobbiamo correre troppo, ma sicuramente riaprire. Per i ristoranti possono già riaprire da maggio, a pranzo e verosimilmente da metà maggio anche a cena”. La modalità resta quella delle riaperture progressive: “per i cinema e i teatri sarà fattibile aprirli subito e così la scuola – sostiene Sileri – Comincerei con la scuola, poi i ristoranti, e poi tutto fino a giugno, con moderazione. I passi indietro difficilmente ci saranno”. Senz’altro non sulla scuola. Anzi lì l’orientamento sarebbe quello di far rientrare tutti gli alunni in presenza dopo il weekend del primo maggio. Anche se ora bisognerà tener conto dello stop temporaneo, in attesa di un approvvigionamento a pioggia dei vaccini, alle somministrazioni per i docenti che ancora non hanno ricevuto la prima dose disposto dall’ordinanza del commissario all’emergenza Covid, Francesco Paolo Figliuolo. Su questo domani ci sarà un incontro al ministero dell’Istruzione con i sindacati.

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