Coronavirus nel mondo: 4.4 milioni di morti. New York, la governatrice ammette: le vittime sono state 12mila in più

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La pandemia di Covid-19 ha ucciso almeno 4.439.888 persone in tutto il mondo dalla fine di dicembre 2019, secondo un rapporto stabilito martedì dall’AFP da fonti ufficiali. Gli Stati Uniti sono il Paese più colpito con 629.891 morti, davanti a Brasile (575.742 morti), India (435.110), Messico (253.526) e Perù (197.921). L’OMS stima, tenendo conto dell’eccesso di mortalità legato direttamente e indirettamente al Covid-19, che il bilancio della pandemia potrebbe essere da due a tre volte superiore a quello calcolato dai dati ufficiali.

Nello Stato di New York i morti sono stati 12.000 in più

Lo ha annunciato la nuova governatrice, Kathy Hochul, ammettendo l’errore del suo predecessore. I decessi per Covid-19 sono stati 55.400 e non i 43.400 certificati da Andrew Cuomo nel suo ultimo giorno da governatore. “La trasparenza sarà il marchio di garanzia della mia amministrazione”, ha detto Hochul riportando i nuovi dati sulle morti, legati in prevalenza ai decessi nelle case di cura più numerosi di quanto inizialmente conteggiato.

Venti casi in Cina con sintomi. La Commissione sanitaria nazionale cinese ha annunciato di avere rilevato 20 nuovi positivi al coronavirus, di cui 4 prodotti da contagio locale. I quattro casi locali sono localizzati nel comune di Shanghai, e nelle province di Jiangsu e Yunnan, quest’ultime sacche di piccoli focolai nel Paese asiatico nelle ultime settimane. Per quanto riguarda i restanti 16 casi, sono stati diagnosticati viaggiatori provenienti dall’estero nei comuni di Shanghai e Tianjin e nelle province di Yunnan, Canton , Jiangsu e Henan. Le autorità sanitarie hanno anche riferito oggi il rilevamento di 11 nuovi contagi asintomatici (tutti “importati”), sebbene Pechino non li conteggi come casi confermati a meno che non manifestino sintomi. Così la Cina riapre uno dei principali porti mondiali, chiuso all’inizio di agosto dopo la comparsa di un focolaio di Covid-19. E’ il porto di Ningbo-Zhoushan, situato a 250 km a sud di Shanghai.

L’efficacia dei vaccini di Pfizer e Moderna contro l’infezione da Covid-19 è scesa dal 91% al 66% da quando la variante Delta è diventata dominante negli Stati Uniti, secondo i dati diffusi martedì dalle autorità sanitarie statunitensi. Questo calo di efficacia contro la variante Delta è stato evidenziato da diversi studi, anche se il dato preciso differisce l’uno dall’altro. Questo è uno dei motivi addotti la scorsa settimana dalle autorità sanitarie per annunciare una campagna di richiamo da metà settembre, che interesserà tutti gli adulti americani che hanno ricevuto la loro seconda dose otto mesi prima.

Più di cinque miliardi di dosi di vaccini Covid sono state somministrate in tutto il mondo, secondo un conteggio effettuato dall’AFP martedì da fonti ufficiali. I Paesi ad “alto reddito” (definiti così dalla Banca Mondiale) hanno somministrato in media 111 dosi ogni 100 abitanti, i Paesi a “basso reddito” solo 2.4. Il lento dispiegamento della campagna di vaccinazione contro il Covid-19 potrebbe portare a una perdita di 2,3 trilioni di dollari del PIL globale nei prossimi tre anni, ha calcolato uno studio.

Secondo il centro di ricerca The Economist Intelligence Unit (EIU) autore dello studio, “i Paesi che entro la metà del 2022 avranno vaccinato meno del 60% della loro popolazione registreranno una perdita totale di Pil di 2.300 miliardi di dollari, nel periodo 2022-2025”, ovvero una somma che corrisponde grosso modo al PIL annuo di un Paese come la Francia.

L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha deplorato martedì le “scioccanti disparità di accesso ai vaccini“, in apertura di un incontro annuale virtuale dei ministri della salute del continente africano. La governatrice dello Stato dell’Oregon, di fronte a un’esplosione di contaminazioni dovute alla variante Delta, ha annunciato martedì di aver ripristinato l’obbligo di indossare la mascherina all’aperto quando non è possibile il distanziamento fisico, anche per i soggetti vaccinati contro il Covid-19. .

I club inglesi hanno deciso martedì di non far giocare alcuni dei loro giocatori stranieri le partite internazionali di settembre in Paesi ad alto rischio di contaminazione da Covid, per evitare loro i dieci giorni di quarantena imposti al loro ritorno dal governo inglese.

La principale lobby delle armi d’America, la National Rifle Association (NRA), ha annunciato martedì che stava annullando la sua principale convention annuale sulle preoccupazioni sulla diffusione di Covid-19. 

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