Coronavirus nel mondo, l’Oms: “La pandemia non è finita”. Record di contagi in Francia e Israele

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“Questa pandemia non è affatto finita e, con l’incredibile crescita di Omicron a livello globale, è probabile che emergano nuove varianti, motivo per cui il monitoraggio e la valutazione rimangono fondamentali”, dice il  direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus, avvertendo i governi a non abbassare la guardia nella lotta contro la pandemia. ‘Il Covid-19 sta circolando troppo intensamente, con molte persone ancora vulnerabili. Per molti Paesi le prossime settimane rimangono davvero critiche per gli operatori e i sistemi sanitari. Esorto tutti a fare del proprio meglio per ridurre il rischio di infezione in modo che si possa aiutare a ridurre la pressione sul sistema”, ha spiegato. 

In Francia record assoluto di casi 

La Francia ha registrato 464.769 nuovi casi di Covid in 24 ore: non ce ne sono mai stati così tanti in un solo giorno dall’inizio della pandemia, secondo i dati del bollettino di Santé publique France. Il tasso di positività dei test è salito a 23,9%. L’incidenza è di 3.063 contagi ogni 100.000 abitanti.

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In Israele 130mila contagi in due giorni 

Dopo due giorni di ‘black out’, imputato a difficoltà tecniche di fronte ad una grande mole di dati, il ministero della sanità israeliano ha reso noto stasera che il 16 gennaio si sono avuti in Israele 62.210 contagi di Covid ed il 17 gennaio altri 65.259.  In precedenza il ministero aveva informato anche che il numero dei malati gravi è salito adesso a 498: il doppio rispetto ad una settimana fa. Nelle dichiarazioni alla stampa gli esperti prevedono che l’ondata di contagi stia raggiungendo adesso i massimi livelli e che dalla prossima settimana dovrebbe iniziare a calare.
 

In Danimarca 33mila nuove infezioni

La Danimarca ha registrato un record di 33.493 contagi di covid nella ultime 24 ore, un dato mai raggiunto dall’inizio della pandemia. Lo ha reso noto l’Istituto nazionale per la salute Ssi, sottolineando che 2mila casi sono di persone infettate una seconda volta. Alla fine di novembre la media giornaliera era attorno ai 5mila contagi. Il ministro della Salute, Magnus Heunicke, ha voluto comunque sottolineare su Twitter che l’alto numero di contagi, dovuto alla variante Omicron, non si riflette sui ricoveri, anche grazie alla vaccinazione. Per questo, ha detto, vi sono motivi di “ottimismo”.
Attualmente negli ospedali danesi vi sono 810 malati covid, di cui 49 in terapia intensiva. Nel calcolo vi sono anche pazienti ricoverati per altri motivi e poi scoperti positivi al covid. In questo paese di sei milioni di abitanti, si registrano quasi 1,2 milioni di contagi dall’inizio della pandemia e 3.519 decessi.

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Ema: ragionevole quarta dose per immunodepressi 

“Nelle persone con sistemi immunitari compromessi sarebbe ragionevole considerare la somministrazione della quarta dose” del vaccino contro il Covid-19 “già ora”. Lo ha dichiarato Marco Cavaleri, responsabile per i vaccini dell’Agenzia europea del farmaco (Ema), nel briefing con la stampa. Ha aggiunto che “al momento non ci sono dati sulla necessità e sul valore nella popolazione generale e con gli attuali vaccini. Quando ci saranno nuovi dati, sarà rivalutato”. Secondo Cavaleri, “la somministrazione ripetuta di dosi di booster a intervalli molto brevi può ridurre il livello di anticorpi sviluppato”, “quindi potenzialmente ridurre l’efficacia della vaccinazione nel tempo”.

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Ema, nessun rischio ai vaccini mRna per le gravidanze

“I vaccini mRna contro il Covid-19 non causano complicazioni durante la gravidanza per le future mamme e i loro bambini”. È quanto sostiene la task force dell’Ema per il Covid-19 al termine di una revisione dettagliata di diversi studi che hanno coinvolto circa 65 mila gravidanze in diverse fasi. “La revisione non ha riscontrato alcun segno di un aumento del rischio di complicazioni della gravidanza, aborti spontanei, nascite pretermine o effetti avversi nei bambini non ancora nati dopo la vaccinazione con mRnra Covid-19. Nonostante alcune limitazioni nei dati, i risultati appaiono coerenti in tutti gli studi che esaminano questi risultati”, spiega l’Ema in una nota. 

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