Coronavirus scuole, chi riapre e chi no nel Lazio e a Roma il 30 marzo

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Dopo due settimane circa di didattica a distanza martedì 30 marzo e mercoledì 31 con la zona arancione le scuole ripartono in presenza, ma non per tutti. Rimaste aperte (quasi tutte) per gli studenti disabili, per quelli con bisogni educativi speciali (bes) e per “piccoli gruppi” di compagni per garantire il principio d’inclusione, riapriranno per tutti prima di richiudere giovedì 1 aprile per le vacanze di Pasqua, rientrando il 7. Ecco come funzionerà.

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Scuole, chi apre e chi no

Le attività in presenza, però, non ripartono per tutti: aperti, per due giorni da domani, nidi, scuole dell’infanzia (le ex materne), le elementari e le medie. Ma “continueranno ancora con la dad oltre 252mila studenti e studentesse delle scuole superiori, anche se per i ragazzi con disabilità, fragilità o che partecipano a laboratori, gli istituti dovranno continuare a prevedere per loro attività in presenza”, spiega l’assessore regionale alla Scuola, Claudio Di Berardino. La scelta

Mascherine al banco e distanziamenti “anche fino a due metri”

Non sono cambiati i regolamenti, al netto della campagna vaccinale che sta coinvolgendo docenti e personale scolastico. Continuano a essere osservati i distanziamenti e al banco si dovrà ancora tenere la mascherina, tranne che, ovviamente, nei momenti in cui si mangia. Ma anche a mensa i piccoli dovranno sedere distanziati. Secondo una nota del ministero della Salute, arrivata alle scuole il 17 marzo, “laddove possibile” si raccomanda di aumentare il distanziamento, anche a due metri. Educatrici e maestre di nidi e scuole dell’infanzia di Roma Capitale, invece, sono dotate anche di visiera e copriscarpe e i giochi vengono disinfettati frequentemente. Nei nidi di Roma Capitale si lavora in “bolle”, piccoli gruppi di pochi bambini.

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I tamponi prima del rientro

Nei giorni scorsi, con una nota, l’Ufficio scolastico regionale aveva chiesto ai presidi di invitare le famiglie a far rientrare i bambini in classe con un tampone negativo. Intanto la Regione ha prorogato l’iniziativa “Scuola sicura”: gli studenti delle scuole superiori, senza ricetta medica e gratuitamente, possono fare un tampone rapido in uno dei drive-in del Lazio, prenotandosi sul sito https://prenota-drive.regione.lazio.it. Da dopo Pasqua, ha annunciato la Regione, anche i bambini degli altri ordini e gradi potranno farlo: saranno impiegati, in questo caso, i tamponi salivari.

“Già vaccinati 100mila circa tra docenti e personale”

Come annunciato qualche giorno fa dal presidente della Regione, Nicola Zingaretti, “attualmente sono stati vaccinati 95mila” tra professori e personale scolastico, dai nidi all’università. Ma anche loro “con certificato medico, potranno fare il tampone gratuito, prima del rientro”. In una riunione di questa mattina coi sindacati si appreso che i vaccinati del comparto scuola e istruzione sono oltre 100mila.

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Nidi e scuole dell’infanzia comunali

Ripartono domani e dopo domani anche le attività in presenza di nidi e scuole dell’infanzia comunali, che fino ad ora avevano accolto i bambini disabili, con bisogni educativi speciali e piccoli gruppi di compagni per garantire il principio d’inclusione. Oggi il dipartimento Servizi Educativi e Scolastici di Roma Capitale sta provvedendo all’igienizzazione di tutte le strutture. Ripartono anche mensa e trasporto scolastico. “Siamo soddisfatti di poter tornare ad accogliere i nostri piccoli già prima delle vacanze di Pasqua, anche se solo per due giorni. Ogni occasione di socialità e di relazione con i pari, le educatrici e le maestre ha infatti un valore straordinario e contribuisce, oggi più che mai, al benessere dei bambini e delle famiglie”, spiega l’assessora alla Persona, Scuola e Comunità solidale di Roma Capitale, Veronica Mammì.

Le criticità: prof pendolari assenti

In alcune scuole docenti e collaboratori scolastici hanno già comunicato la loro assenza per i due giorni. Si tratta per lo più del personale pendolare, che vive fuori regione. In alcune scuole la situazione è critica: nel plesso Perone dell’istituto comprensivo Rosetta Rossi, per esempio, hanno già annunciato la loro assenza ben 19 docenti. Il preside Flavio Di Silvestre è stato costretto a riorganizzare la didattica: gli studenti, dunque, usciranno alle 14 circa, anziché nel pomeriggio. Per Cristina Costarelli, vicepresidente dell’Associazione nazionale presidi (Anp) del Lazio (è anche preside del Newton), “le scuole stanno facendo fatica ad organizzarsi. Molti docenti sono fuori regione, altri sono coinvolti nella vaccinazione: si riaprirà con un personale ridotto”, conferma. Secondo lei la ripresa “non è facile da organizzare”, ma “vale la pena riaprire, il ritorno alla didattica a distanza per i bambini è stato traumatico”.

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Nel Lazio alcuni sindaci dicono “no” alla riapertura per “soli due giorni”

I sindaci di alcuni Comuni del Lazio terranno chiusi nidi, scuole materne, elementari e medie il 30 e il 31 marzo. Antonio Cicchetti, sindaco di Rieti, per esempio, l’ha fatto perché “la riapertura delle scuole per soli due giorni esporrebbe la popolazione al rischio di contagio proprio nel periodo di maggior diffusione di nuove varianti”. Per il sindaco di Frosinone, Nicola Ottaviano, la riapertura per due giorni “nelle attuali condizioni di diffusione del virus e delle varianti, particolarmente aggressive” è “inopportuno” e significa “produrre terreno fertile per l’avanzata del virus, senza contare che proprio durante le imminenti festività pasquali è facile prevedere un incremento di contatti tra alunni, nonni e genitori”. Per questo “da sindaco e soprattutto, da persona di normale buon senso, sento il dovere di “sconsigliare” alle famiglie di far riprendere la didattica in presenza ai propri figli per poche ore, prima della pausa pasquale, poiché i potenziali pericoli sarebbero di gran lunga superiori rispetto ai vantaggi”. E ancora: in provincia di Latina, Robeta Tintari, sindaca di Terracina, ha scelto di tenere le scuole chiuse il 30 e il 31 “innanzitutto” per “il livello dei contagi: questa zona, dal capoluogo e fino a Fondi, vive un momento complicato che desta apprensione. Tra studenti e personale scolastico sono in molti a spostarsi tra i nostri Comuni e questo pendolarismo è fonte di preoccupazione. Abbiamo quindi ritenuto opportuno prevedere il rientro in classe dopo Pasqua (dopo tamponi volontari della popolazione scolastica, ndr)”. Istituti chiusi anche a Pontinia, Cori e Fondi. Provincia di Roma. Per Alessandro Grando, primo cittadino di Ladispoli, è “più prudente attendere qualche giorno in più, per poi riprendere le lezioni in presenza direttamente dal 7 aprile”. Gli fa eco il sindaco di Santa Marinella, Pietro Tidei: “Chiedo scusa ma la salute è più importante di ogni cosa: altri 2 giorni di chiusura fanno bene alla salute”.

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