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Cortei No Pass a Milano, un altro manifestante perquisito dopo lo stratega delle chat. Il pm: “No Vax pericolosi, agiscono con logiche da branco”

I carabinieri del Nucleo Informativo del Comando Provinciale di Milano hanno eseguito un decreto di perquisizione, emesso dalla sezione distrettuale antiterrorismo della procura di Milano, coordinata da Alberto Nobili, nei confronti di un appartenente al movimento No Green Pass, indagato per aver prevaricato un giornalista dell’emittente La7 e il suo cameraman tanto da impedire l’esercizio del diritto-dovere di cronaca durante la manifestazione del 13 novembre scorso. All’indagato viene contestato il reato di violenza privata pluriaggravata, poiché commessa da persona travisata nel corso di manifestazioni in luogo pubblico.

I No Vax e No Green pass nelle loro manifestazioni non autorizzate del sabato a Milano “agiscono in maniera compatta” con “logiche da branco e talvolta travisati”, scrive nel decreto di perquisizione il pm di Enrico Pavone, e la “pericolosità di tali frange” si manifesta anche nei confronti di “cronisti e reporter”.

Il 62enne di Sesto San Giovanni perquisito, stando agli atti, avrebbe agito con “un gruppo di almeno dieci soggetti rimasti ignoti” rivolgendo al giornalista “frasi ingiuriose” e poi lo avrebbe accerchiato assieme agli altri. Avrebbe anche “violentemente” afferrato “la telecamera dell’operatore” spostando l’obiettivo verso il basso.

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Queste forme di violenza nei confronti dei giornalisti, scrive la Procura, “appaiono particolarmente allarmanti”. Le “frange oltranziste” dei manifestanti, infatti, di cui fa parte anche il 62enne perquisito, non hanno capacità di autocontrollarsi, né dimostrano “un minimo contegno nei confronti delle Pubbliche Autorità presenti”, né nei confronti di “cronisti e reporter” che svolgono il loro lavoro per permettere “un corretto diritto all’informazione”.

Nella stessa manifestazione del 13 novembre, come in altre, ci sono stati “episodi di contestazione più o meno accesi che vedevano quale obiettivo i reporter” spesso chiamati “terroristi”. Negli atti si legge anche che il 62enne con “indole aggressiva e sprezzante” è già stato denunciato pure per resistenza a pubblico ufficiale nell’ambito del corteo non autorizzato.
Cortei in cui si inseriscono, spiega la Procura, persone “aventi scopi ben precisi finalizzati ad elevare il livello dello scontro” anche “con l’uso di armi improprie”. Da qui l’esigenza di proseguire le indagini sulla “rete organizzativa” attraverso la quale vengono compiute le “azioni di protesta”, tramite un “assiduo scambio di contatti”. Su questa linea va anche la perquisizione nell’abitazione del 62enne col sequestro di dispositivi informatici e altro materiale.

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