Covid, con la pandemia non ci si sposa più: -80% di matrimoni in lockdown

Pubblicità
Pubblicità

Meno matrimoni, meno unioni civili. Ma pure meno divorzi e meno separazioni. Nel primo semestre del 2020 nozze e allontanamenti sono crollati. Per non parlare del lockdown; causa restrizioni nel secondo trimestre dell’anno addio alle celebrazioni religiose e comunali: l’80% di coppie in meno rispetto allo stesso periodo del 2019 ha deciso di sposarsi. Calo del 60% anche per unioni civili, separazioni e divorzi. Lo si legge nel report dell’Istat su “Matrimoni, unioni civili, separazioni e divorzi”.

Secondo l’Unione europea delle cooperative (Uecoop) sono circa un milione i posti di lavoro, fra diretti e indotto, messi in crisi dal crack delle cerimonie. Nell’anno della pandemia è stato cancellato 1 matrimonio su 2 rispetto al 2019. Dalla ristorazione alla fotografia, dai trasporti al florovivaismo, dai viaggi all’abbigliamento, dall’immobiliare fino alla vigilanza privata – sottolinea Uecoop – la crisi generata dal Covid ha provocato il crollo del fatturato e stravolto i bilanci delle 80mila fra aziende e cooperative che operano nel settore secondo Assoeventi.

In generale, dice il rapporto dell’Istat, a crescere sono le convivenze, più che quadruplicate in dieci anni (dal 1998-1999 al 2018-2019), passando da circa 340 mila a 1 milione 370 mila. Sempre più diffuse anche nel caso di famiglie con figli: nel 2019 un neonato su tre ha genitori non coniugati. Chi si sposa, lo fa sempre più tardi. Sono infatti in continuo aumento anche le convivenze prematrimoniali, ma è soprattutto la protratta permanenza dei giovani nella famiglia di origine a determinare il rinvio delle prime nozze.

In tutto, nell’anno pre Covid, il 2019, sono stati celebrati in Italia 184.088 matrimoni, 11.690 in meno rispetto all’anno precedente (-6,0%). Il calo riguarda soprattutto le prime nozze, mentre le seconde scendono seppur di poco (-2,5%). Anche i divorzi sono diminuiti leggermente (85.349, -13,9% rispetto al 2016, anno di massimo relativo) dopo il boom che si era registrato nel 2014 e nel 2015 dopo l’introduzione delle norme che hanno semplificato e velocizzato le procedure. Pressoché stabili le separazioni (97.474).

Pubblicità

Pubblicità

Go to Source

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *