Covid, effetto feste in corsia: in terapia intensiva 7 su 10 sono non vaccinati, raddoppiano i ricoveri dei minorenni.

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Con la variante Omicron, il Covid si conferma come la pandemia dei non vaccinati e dei bambini. Secondo l’ultimo report della Fiaso, sette pazienti su dieci ricoverati in terapia intensiva in Italia sono non vaccinati e la loro ospedalizzazione nell’ultima settimana ha subito quasi un raddoppio mentre i ricoveri dei vaccinati, quasi tutti fragili e con altre patologie, ha avuto un aumento del 19 per cento. Cresce (+ 46%) anche il tasso di ricoveri  dei minorenni a conferma di come la malattia non sia sempre leggera neanche tra i più piccoli.

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Quasi raddoppiati i ricoveri dei minorenni

Nella settimana 21-28 dicembre sono cresciuti del 46% i pazienti Covid sotto i 18 anni. Nei 4 ospedali pediatrici e nei reparti di pediatria dei 21 ospedali sentinella della Fiaso il numero dei bambini ricoverati è passato da 45 a 66 (di cui 3 in terapia intensiva), con un incremento pari al 46,7%. Tra i piccoli degenti il 56% ha tra 0 e 4 anni mentre la restante parte del 44% ha tra 5 e 18 anni. Nessuno dei minori sopra i 5 anni era stato vaccinato con ciclo completo.

In forte aumento i No Vax in corsia

Nel mese di dicembre “l’incremento dei ricoveri di No Vax si è consolidato: dal 7 dicembre al 28 dicembre il numero è cresciuto del 46%, mentre l’aumento dei pazienti vaccinati nello stesso periodo si è fermato al 19%. I No Vax sono circa il 71% del totale dei pazienti in Rianimazione contro il 29% di vaccinati”, rimarca la Fiaso. Il tasso di crescita dei ricoveri Covid, negli ospedali sentinella Fiaso, “accelera del 13,7%”. E secondo la Federazione “è in parte, probabilmente, l’effetto festività a incidere sul maggior numero di ospedalizzazioni per Covid, ma quello che i numeri consentono di osservare è sempre più un’epidemia dei non vaccinati”.

Il report dei 21 ospedali evidenza “un aumento dei ricoveri a doppia cifra, pari al 13,7%, con una accelerazione rispetto alla scorsa settimana quando l’incremento era stato del 7%. Dal 7 al 28 dicembre l’aumento complessivo è stato del 33% – si legge nel documento – Nei reparti ordinari la presenza di pazienti non vaccinati è del 54%. Permane la differenza di età fra vaccinati e non: i primi hanno in media 70 anni, i secondi 63 anni. Diverso anche lo stato di salute tra le due categorie: il 71% dei vaccinati ricoverati soffre di gravi patologie mentre meno della metà dei pazienti non vaccinati (47%) è affetto da altre malattie”.

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Le terapie intensive occupate dai non vaccinati

“In una settimana la crescita nei reparti intensivi negli ospedali sentinella Fiaso è stata del 18%, più consistente rispetto a quella registrata nei ricoveri ordinari. Decisamente maggiore risulta l’aumento di non vaccinati in rianimazione rispetto ai vaccinati (21,6% contro 10%) – rileva il report – I letti delle terapie intensive continuano a essere occupati prevalentemente da pazienti che non si sono sottoposti alla profilassi vaccinale: i No Vax sono circa il 71% del totale dei pazienti in Rianimazione contro il 29% di vaccinati. Il range di età nei due gruppi è diverso: per i non vaccinati si va dai 21 agli 85 anni; per i vaccinati il più giovane ha 35 anni e il più anziano 90”. “Tra i vaccinati in rianimazione l’84% aveva completato il ciclo vaccinale con 2 dosi da oltre 4 mesi e non aveva ancora eseguito la dose booster raccomandata”, conclude la Fiaso.

Il 118: “I No Vax chiamano quando già non respirano”

Sono non vaccinati e hanno un’età compresa tra 35 e 60 anni, i pazienti Covid che chiamano l’ambulanza da casa quando hanno già febbre alta, tosse forte e difficoltà respiratoria acuta. Sono i dati nazionali raccolti dalle centrali operative del 118 con rilevazioni regionali. Il rapporto tra pazienti vaccinati e non vaccinati con sintomatologia clinica grave è nelle ultime settimane ripartito: 85% di non vaccinati e 15% di vaccinati. “Evitano l’ospedale e restano a casa fino a quando non riescono a respirare”, spiegano dal 118.

Raffica di contagi tra i sanitari

“Solo il 28 dicembre eravamo a 6904, ora siamo a 8001. Si registrano ben 1097 operatori sanitari infettati in più. Questo significa oltre 800 infermieri in 24 ore. E poi ci preoccupa non poco la percentuale di aumento dei ricoveri, siamo al 20%, dato che pesa come un macigno insostenibile sulle spalle dei nostri infermieri, alle prese con un fragilissimo sistema sanitario, ingabbiati tra precariato, turni massacranti e carenza di personale che rischia di toccare di nuovo quell’acme di 80-85 mila unità in presenza di una crescita così esponenziale dei ricoveri”. Lo dice in una nota Antonio De Palma, presidente nazionale del Nursing Up.
 

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