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Covid: il presidente degli psicologi da Speranza: “Contro il disagio da pandemia servono più specialisti nel Ssn”

“COVID ha aumentato il disagio mentale e il Servizio sanitario nazionale deve prendersene carico. Ora più che mai la presenza degli psicologi negli ambulatori e nei reparti d’ospedale è fondamentale per garantire il benessere della popolazione”. E’ questo l’appello che David Lazzari, presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine degli psicologi presenta oggi al ministro della Salute Roberto Speranza. Dopo la polemica dei giorni scorsi con il premier Mario Draghi che aveva definito “assurdo vaccinare uno psicologo di 35 anni” prima degli anziani, Lazzari torna in campo per ricordare l’importanza della categoria nella sanità.

Professor Lazzari cosa chiede al ministro Speranza?
“Le nostre richieste al ministro non saranno in nessun modo influenzate dalla polemica con il premier Draghi. Rappresentiamo 24 società scientifiche e chiediamo a Speranza di rispondere alla richiesta dei bisogni dei cittadini di una maggiore presenza della psicologia all’interno del Servizio sanitario nazionale. La nuova sanità ha bisogno del binomio tecnologia-biomedicina e umanità-psicologia. Il Ssn deve curare le persone e non solo i loro corpi. Per fare questo, va messa a sistema la psicologia e applicare la legge 833 del ’78 che, basandosi sulla nostra Costituzione, che parlava di equità e globalità in materia di salute. La globalità contempla cure che garantiscono anche il benessere psicologico dell’individuo”.

Chiedete una maggiore presenza nei servizi di salute mentale?
“Nelle situazioni più gravi lavoriamo accanto agli psichiatri per curare le persone. I servizi di neuropsichiatria infantile e di salute mentale hanno bisogno di essere potenziati. Oggi in Italia gli psicologi sono solo il 6,5% degli operatori sanitari, ben al di sotto della media europea che è più del doppio”.

Ma oggi siete importanti anche per prevenire situazioni più gravi. Sono aumentati disturbi alimentari e dipendenze tra i ragazzi, ma spesso per avere un posto in un ambulatorio pubblico servono tre mesi, troppi quando anche un giorno può fare la differenza.
“Spesso un bambino, ma anche un adolescente o un adulto non sta bene, ma la situazione non è ancora estrema. Con Covid e l’epidemia i casi sono numerosi. Il disagio è diffuso, c’è bisogno di sostegno subito, non arriva e le situazioni si aggravano. I reparti si sono riempiti di teenager che avevano tentato il suicidio, atti di autolesionismo o di casi di anoressia grave. Si interviene solo nei casi estremi. Si usano i farmaci, quando si poteva prevenire l’aggravarsi della situazione. Eppure il sostegno psicologico è stato inserito nei Lea e dovrebbe essere garantito ai cittadini. E si danneggiano le persone che non possono pagarsi le cure nel privato”.

Sarebbe importante ampliare la presenza degli psicologi nella scuola, spesso osservatorio utile del disagio giovanile.
“Sì anche qui la presenza degli psicologi è importante per sostenere i ragazzi. Anche i professori dovrebbero essere sostenuti e formati. Anche loro sono molto provati dall’epidemia e una maggiore consapevolezza li aiuterebbe anche nel capire i malesseri degli studenti”.

Il sostegno dei vostri esperti è importante anche fra i pazienti con tumore.
“Esiste un’ampia letteratura che dimostra che dimostra quanto la terapia degli psicologi abbassi lo stress e allunghi la vita dei pazienti con tumore. E’ un’evidenza scientifica e non si tratta di una questione etica. Il piano nazionale prevede la presenza di psicologi, ma non è attuato. I numeri sono bassi rispetto agli altri Stati del G7 che hanno un reddito simile al nostro. In Italia c’è uno psicologo ogni 12.000 abitanti, mentre negli altri paesi del G7 uno ogni 2.500”.

Fra l’altro potremmo anche risparmiare prevenendo le malattie.
“Il Ssn risparmierebbe molto, tutte le ricerche in materia ci dicono che prevenire è meglio che curare le malattie. Nel 2008, dopo la crisi economica globale, aumentò molto il disagio mentale e uno studio della London School of Economics dimostrò ancora una volta l’importanza della prevenzione per tagliare i costi della sanità. Per questo motivo, il governo inglese lanciò il programma Iapt per assumere un numero consistente di psicologi. Una via che fra l’altro taglia anche il costo dei farmaci”.

Se si lavora meno sulla prevenzione, aumenta anche l’uso degli psicofarmaci.
“Sì e si è visto che sta aumentando anche l’uso degli psicofarmaci anche fra i giovanissimi. Magari li trovano a casa e finiscono per abusarne, è una tendenza che sta arrivando da noi e che è già diffusa da tempo negli Stati Uniti. Un problema spinto anche da Big Pharma. La psicologia non viene promossa perché costiamo poco”.

Fra l’altro durante l’epidemia si è posto anche il problema del sostegno psicologico degli operatori sanitari..
“Questo dimostra ancora una volta quanto è negletta la psicoloigia nel Ssn: un terzo degli operatori sanitari ha avuto sintomi di stress o da disturbo post traumatico da stress con la pandemia. Ad aprile il Consiglio dell’ordine degli psicologi ha realizzato un protocollo con l’Inail per sostenere i sanitari ma è stato in gran parte inattuato perché non c’erano abbastanza psicologi”.

Perché la psicologia è così sottovalutata?
“Non siamo mai riusciti a fare un uso sociale della psicologia. E’ come se fosse un’opinione e non una scienza applicata, invece ha un ruolo fondamentale per il benessere dell’individui e della collettività. Andrebbe insegnata nelle scuole”.



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