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Covid, iniziato il Cdmi sulle riaperture. Draghi dice no al copriifuoco spostato alle 23

ROMA – E’ iniziato a Palazzo Chigi il Consiglio dei ministri che deve dare il via libera al nuovo decreto che conterrà la road map delle riaperture. La riunione era prevista per le 17, ma è slittata perchè c’è stata una lunga riunione per cercare di risolvere i contrasti su temi caldi che restano caldi come lo spostamento dell’inizio del coprifuoco dalle 22 alle 23.  Italia viva, Lega e Forza Italia, ma anche le Regioni, chiedono che venga prolungato di un’ora, dalle 22 alle 23 in vista della riapertura, anche a cena, dei ristoranti all’aperto.

Ma fonti di Palazzo Chigi fanno sapere che il premier Mario Draghi avrebbe spinto per confermare l’attuale limite delle 22. Indiscrezioni raccontano anche che il presidente del Consiglio, prima dell’inizio del Cdmvrebbe espresso irritazione per l’affondo della Lega sul coprifuoco, mentre le decisioni sulle riaperture erano state prese in una cabina di regia dove era presente anche il partito guidato da Matteo Salvini.

Un no nonostante a spingere per il sì ci siano in prima fila le Regioni, con il presidente Massimiliano Fedriga che spiega: “Sul coprifuoco c’è un’interlocuzione con il governo. La Conferenza delle Regioni propone, misura assolutamente responsabile, l’ampliamento di un’ora, fino alle 23, per permettere alle attività, nei limiti delle regole, di avere un minimo di respiro”.

Naturalmente anche La Lega insiste e il  leader Matteo Salvini ha minacciato di votare no al decreto se privo dello spostamento del coprifuoco alle 23.  Un intento che dopo l’inizio del Consiglio dei ministri si è trasformato nell’annuncio del voto di astensione dei ministri leghisti. La Lega “è solo portavoce di quello che chiedono i sindaci e i governatori di tutta Italia, e di qualunque colore politico, su riaperture, coprifuoco e vaccini”. fanno sapere fonti leghiste. 

Salvini in ogni modo ha spiegato di fidarsi del premier. “La Lega è al governo per riequilibrare un certo squilibrio su assistenzialismo, statalismo e centralismo, difendendo il lavoro autonomo e le libertà”, ha detto. “Occorre tornare alla normalità anche perchè i dati sanitari sono fortunatamente in netto miglioramento. Occorre coraggio”, ha insistito  “Non chiediamo quel che non si può chiedere, ma non ci sono dati scientifici che supportino certe scelte”.



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