Il nuovo Covid bussa due volte. I casi di reinfezione, ovvero chi contrae nuovamente il virus dopo essere precedentemente guarito, sono sempre più comuni. Un’ondata di “doppio Covid” che ha spiazzato i camici bianchi, dopo il (troppo breve) periodo di relativa quiete che ha seguito il picco di Omicron di dicembre e gennaio. Il telefono di Marcello Pili, medico di famiglia con base a Ostia, non smette mai di squillare. “Mi arrivano chiamate di persone che sono guarite a gennaio, e ora sono di nuovo positive, mai vista una cosa del genere”, spiega.
L’assessore alla Sanità Alessio D’Amato attribuisce in larga parte alle reinfezioni l’aumento dei casi di questi ultimi giorni, è così?
“Assolutamente sì. Fino a novembre le reinfezioni erano rarissime, quasi una cosa aneddotica. Oggi invece almeno il 50% dei casi di Covid che vedo sono in persone che già si sono fatte la malattia una volta. È strano, soprattutto se si considerano i tempi brevissimi tra una infezione e l’altra”.
Come si spiega questo fenomeno?
“È una peculiarità di Omicron. Sarebbe comprensibile se a reinfettarsi fossero solo persone che hanno contratto Delta, e quindi non protette nei confronti della nuova variante”.
Non è così?
“No, un numero davvero elevato di reinfezioni si registrano tra chi è entrato in contatto col virus dall’inizio dell’anno, quando Omicron era già dominante. Questo vuol dire che la nuova variante probabilmente produce una risposta anticorpale più leggera e di breve durata”.
Quando ha iniziato a vedere un aumento di casi di questo tipo?
“È avvenuto letteralmente nell’ultima settimana. È un continuo di reinfezioni, in particolare tra ragazzi e bambini: direi che almeno l’80% dei miei positivi è minorenne o appena maggiorenne. Anche perché sono la fascia di popolazione meno vaccinata o che non si è fatta il booster”.
Si infetta anche chi ha fatto il booster?
“Sì. ne ho alcuni. Si tratta però di decorsi della malattia quasi o del tutto asintomatici, persone che scoprono accidentalmente di avere il Covid, magari durante uno screening al lavoro. A qualche mio collega è capitato pure di avere pazienti che hanno contratto il virus tre volte”.
Quindi il vaccino non funziona come dovrebbe?
“No, è l’opposto. Senza il tasso elevato di vaccinazione che abbiamo l’ondata di Omicron avrebbe riempito le terapie intensive. Invece il sistema ha retto, molto meglio delle precedenti ondate. E credo che anche stavolta la pressione ospedaliera sarà contenuta”.
Che tipo di sintomi dà il “doppio Covid”?
“Fortunatamente la malattia è più lieve. Ma non bisogna mai sottovalutarla. Non ci sono ancora studi sistematici sul Long Covid, ma posso dire che l’1,2% dei miei pazienti, anche chi è stato male solo 3 o 4 giorni, ha sviluppato problemi respiratori e polmonari che non accennano a migliorare. Sembra una piccola percentuale, ma con un tasso di contagi elevato come in questi ultimi mesi, il discorso cambia”.
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