Covid, otto Regioni verso l’arancione. Aumentano i ricoveri. Agenas: l’occupazione dei reparti è al 30%

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Secondo gli ultimi dati dell’Agenzia per i servizi sanitari regionali (Agenas), il tasso di occupazione media nazionale dei posti letto da parte di pazienti con Covid è salito in 24 ore di un altro punto percentuale, raggiungendo il 30%, dunque molto sopra la soglia del 15%, considerata critica.

La pressione sugli ospedali

Oltre al dato nazionale, sono 8 le regioni e province autonome che registrano un aumento nelle 24 ore: in cima alla lista per incremento la Valle d’Aosta che con 5 punti percentuali in più raggiunge un’occupazione del 57%; registrano un più 3% il Friuli Venezia Giulia (34%) e la Provincia autonoma di Trento (29%); crescono di un punto percentuale la Calabria (43%), il Lazio (29%), le Marche (29%), la Provincia autonoma di Bolzano (20%) e la Puglia (23%). Le altre regioni rimangono stabili, mentre segnano un decremento il Molise con -1% (13%) e l’Umbria con -2% (31%).

Lo studio: “Se tutti gli italiani si fossero vaccinati ci sarebbero stati 1.200 morti in meno in un mese. E avremmo risparmiato 1.300 ricoveri in rianimazione”

Per quanto riguarda le terapie intensive, i dati Agenas del 18 gennaio parlano di un tasso di occupazione dei pazienti Covid nelle terapie intensive che ha raggiunto il 18%, invariato rispetto al giorno prima (la soglia di allerta è pari al 10%). Il dato giornaliero è in calo in 6 regioni. In particolare segnano un punto percentuale in meno Calabria (17%), Campania (12%), Sardegna (13%), Toscana (23%) e Umbria, mentre si riduce di 2 punti l’occupazione nelle Marche (al 23%). Aumentano invece i posti occupati in Abruzzo, che con l’1% in più tocca il 20%, la provincia autonoma di Bolzano con (+2% e 18% complessivo) e Piemonte (+1% e 24% complessivo). Tutte le altre restano stabili.

I colori delle Regioni

Con i parametri attuali, le Marche sono praticamente certe di passare in zona arancione o da lunedì 24 gennaio o da quello seguente. Ne è convinto il presidente della Regione Francesco Acquaroli, che ricorda come i numeri attuali diano un “margine ristretto”. Attualmente le terapie intensive sono al 23% di occupazione da Covid, l’area medica al 28,5% . A meno di “un’inversione di tendenza improvvisa nelle positività o nelle ospedalizzazioni” per le Marche sarà zona arancione. “Difficile che si verifichi una inversione di tendenza netta – afferma Acquaroli – e in così poco tempo. Se non avremo i numeri per la zona arancione questa settimana, quasi sicuramente li avremo per la prossima”.

Resta in bilico tra giallo e arancione il Piemonte: “Come la settimana scorsa, siamo sempre con un valore che si aggira sul 30% per quanto riguarda le terapie ordinarie, che se si tiene al di sotto ci mantiene in zona gialla, altrimenti ci porta in zona arancione”. Lo ha affermato il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, rispondendo ad una domanda su un possibile passaggio da zona gialla a zona arancione. “Non vuol dire particolari cambiamenti per la vita sociale delle persone – ha aggiunto – specialmente di quelle vaccinate”. “E’ un dato che oggi non possiamo commentare – ha concluso – perche’ lo sapremo soltanto con l’inserimento delle persone ospedalizzate oppure dichiarate guarite tra oggi e domani”.

La protesta dei governatori

Il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani chiede però l’abolizione del sistema attuale. In occasione della Conferenza delle Regioni prevista per oggi chiederemo “di smetterla con questi colori. Chi si è accorto che siamo in giallo? Aveva un senso quando c’erano delle misure relative alla mobilità, ma oggi sono relative solo ai non vaccinati, quindi che senso ha creare un clima di timore nel dire che c’è il colore giallo, arancione o rosso? Il sistema dei colori, nel momento in cui la politica è quella delle vaccinazioni, e quando uno è vaccinato regolarmente e può circolare, non sembra avere più molto senso”.

Record di contagi tra i più piccoli. Le scuole svuotate dalle quarantene

E’ d’accordo il collega del Molise, esponente di Forza Italia, Donato Toma, che ha parlato a Un Giorno da Pecora, su Rai Radio1: “Con gli altri presidenti abbiamo discusso di abolire i colori delle regioni, non è più il caso. I colori servono a poco, su questo siamo pressoché tutti d’accordo”.

Al Galeazzi interventi rinviati per i non vaccinati

All’Istituto Galeazzi di Milano si è deciso di far slittare tutti gli interventi non urgenti per i pazienti con fragilità. Tra questi ultimi – è la novità – sono inclusi i non vaccinati. “Ho dato indicazione ai curanti – spiega il virologo e direttore sanitario dell’Istituto, Fabrizio Pregliasco – di fare una valutazione rispetto al rischio di fragilità su diversi aspetti del paziente, tra cui anche l’eventuale scopertura vaccinale, che espone il paziente a un maggior rischio, per riorganizzare e ottimizzare le sale operatorie per gli interventi più urgenti”. Questo è indispensabile perché “abbiamo spazi limitati” e “cento posti letto in meno, per garantire tutta l’attività per i pazienti Covid”.

“Tutti gli interventi urgenti, come quelli a rischio vita, vengono garantiti a tutti” rassicura comunque Pregliasco. “L’alluce valgo, per fare un esempio, viene invece posticipato nelle situazioni di fragilità o di rischio”. In realtà, gli interventi che si possono posticipare, “slittano un po’ per tutti” ma si comincia con il riprogrammare quelli per i non vaccinati. 

I ricoverati positivi ma senza sintomi

In 19 degli ospedali sentinella della Fiaso (Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere) sono ricoverati nelle aree Covid 1.949 pazienti: il 67,2% ha sviluppato la malattia da coronavirus e ha una patologia polmonare e delle vie respiratorie, mentre il 32,8% dei pazienti si trova in ospedale per curare altre patologie e, nella maggior parte dei casi, ha scoperto di essere positivo al virus solo al momento del ricovero che prevede il tampone. Il rapporto Fiaso ha analizzato i ricoveri distinguendo tra pazienti ricoverati a causa del Covid e pazienti positivi ma sintomatici.

Nella settimana 11-18 gennaio, si legge sempre nel documento, sono cresciuti del 27,5% i ricoveri dei pazienti pediatrici. Nei 4 ospedali pediatrici e nei reparti di pediatria degli ospedali sentinella il numero dei bambini ricoverati è passato da 120 a 153 di cui 10 in terapia intensiva. Tra i piccoli degenti il 34% ha meno di 6 mesi. Complessivamente quasi 2 su 3 dei minori ricoverati (il 61%) ha meno di 4 anni ed è dunque in una fascia di età non vaccinabile mentre il 25% ha tra 5 e 11 anni.

Italia quarta per contagi

Per l’Organizzazione mondiale della sanità l’Italia è il quarto paese al mondo per numero di contagi in sette giorni: sono stati 1.268.153, il 25% in più rispetto alla settimana prima a fronte di un 20% in più a livello globale. Al primo posto ci sono gli Stati Uniti con 4,7 milioni di casi. Vengono poi Francia (2 milioni) e India (1,6 milioni e più 150%). Dopo l’Italia si piazza la Gran Bretagna. La crescita italiana sembra comunque rallentare. Una settimana fa l’Oms ci collocava sempre al quarto posto per nuovi casi (1,01 milioni), ma con un incremento pari al 57% rispetto alla settimana precedente.

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