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Covid, vitamine e pino marittimo prima del vaccino: le bufale corrono in rete

VITAMINA D, ferro, sali minerali, pino marittimo o anche semplicemente due bicchieri d’acqua. La lista delle sostanze da assumere prima di sottoporsi al vaccino anti-Covid si allunga di giorno in giorno, man mano che in rete e sui social appaiono nuove bufale in cui alcuni ingenuamente cascano sperando davvero di potenziare l’efficacia del vaccino. O addiritttura di limitarne potenziali rischi. Con l’aiuto di Marco Silano, direttore Unità operativa Alimentazione, Nutrizione e Salute dell’Istituto Superiore di Sanità, proviamo a fare chiarezza sulle tre fake-news più diffuse.   

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L’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) ha ribadito che le vitamine A, B6, B9, B12, C e D e i minerali zinco, selenio, ferro e rame sono necessari affinché il sistema immunitario funzioni come dovrebbe. Ciascuno di questi micronutrienti, così come la vitamina E, ha dimostrato di svolgere più ruoli nel supportare la funzione immunitaria e ridurre il rischio di infezione. Non solo: alcune ricerche hanno trovato un collegamento tra un sistema immunitario compromesso e basse quantità di vitamine e minerali. Fatto che si ripercuote anche sulla risposta vaccinale (ma non per il Covid). Una revisione di nove studi – che hanno coinvolto 2.367 persone – ha rilevato che gli individui carenti di vitamina D erano meno protetti contro due ceppi di influenza dopo essere stati vaccinati rispetto a quelli che avevano livelli adeguati di vitamina D. Da qui la convinzione che, soprattutto negli anziani che tendono ad avere risposte immunitarie più deboli, possa essere utile assumere degli integratori di vitamine e sali minerali per aumentare l’efficacia dei vaccini Covid-19.

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E’ davvero così? “Durante l’emergenza Covid-19, a fronte della mancanza di terapie disponibili o profilassi della malattia, le numerose proposte di utilizzo degli integratori alimentari hanno creato una forte aspettativa – spiega Silano – ma questa aspettativa non ha riscontri oggettivi sia in merito all’efficacia, che deve essere studiata in sperimentazioni cliniche, che alla sicurezza d’uso”. In pratica, non ci sono evidenze scientifiche che rimpinzarsi di integratori serva a far funzionare meglio i vaccini contro il Covid. “Non esiste nessuna dimostrazione scientifica – chiarisce Silano – che l’integrazione di qualsiasi nutriente possa favorire lo sviluppo di un’immunità anti-Covid, prevenire l’infezione o assicurare un decorso più favorevole, in caso di contagio. Tutte le evidenze che abbiamo sul ruolo dei micronutrienti riguardano l’efficienza del sistema immunitario, ma non quella dei vaccini anti-Covid”. A ribadirlo è stato di recente anche Jeanne Noble, direttrice del Piano Covid del dipartimento di emergenza presso l’Università della California, a San Francisco, che ha dichiarato: “Non c’è alcun bisogno di provare integratori che potenzino il sistema immunitario per far funzionare il vaccino. Quelli nuovi ad mRNA sono tra i più altamente efficaci che abbiamo”.

Rimedi omeopatici

In rete, ma anche con il passaparola tra conoscenti o nei messaggi di Whatsapp, gira la notizia che sia utile assumere picnogenolo, un polifenolo che si ottiene dalla corteccia del pino marittimo francese (Pinus maritima), e che, oltre a rappresentare uno dei complessi antiossidanti più potenti in natura, possiede anche buone proprietà antinfiammatorie, anticoagulanti e antitrombotiche. L’ideale – secondo quanto consigliano alcuni omeopati – per tutelarsi dall’eventuale rischio trombotico di alcuni vaccini anti-Covid. Ma si dispensano consigli anche per limitare i possibili effetti collaterali dell’immunizzazione assumendo il rimedio omeopatico Sulfur MK da sciogliere in bocca subito dopo aver fatto il vaccino.

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Chi è abituato a curarsi con l’omeopatia, del resto, ha continuato a farlo lasciandosi anche sedurre dal provvedimento del governo indiano che già l’anno scorso raccomandava per la profilassi preventiva il preparato omeopatico Arsenicum album 30 Ch, una dose per tre giorni a stomaco vuoto, un preparato erboristico della medicina Unani (medicina tradizionale islamica) e diversi preparati di medicina ayuverdica, da portare con sé ed assumere giornalmente per “rinforzare il proprio sistema immunitario”. Quanto c’è di vero? “In realtà, trattandosi di medicina omeopatica per definizione questi prodotti non contengono nessun principio attivo per cui non può esistere nessun effetto né sul potenziamento dell’efficacia del vaccino, né sulla riduzione di eventuali effetti collaterali che il vaccino potrebbe avere”, risponde Silano.

Alcol e acqua

Tra i vari trucchetti suggeriti sui social c’è quello di evitare l’alcol prima di vaccinarsi. Un consiglio di semplice buon senso che vale sempre quando si assumono farmaci di qualunque tipo e che non si capisce da cosa nasca esattamente. Gira anche la voce che sia importante bere due bicchieri d’acqua prima dell’iniezione che ci immunizzerà. Si tratta di una fake-news che aveva iniziato a girare già l’anno scorso su Facebook e Whatsapp con consigli di medici giapponesi secondo i quali è necessario bere almeno ogni 15 minuti perché “così se il virus entra in bocca, l’acqua lo spazzerà via attraverso l’esofago e una volta nello stomaco… l’acido gastrico dello stomaco lo ucciderà”.

Idratazione importante sempre

Tutte fantasie? “In realtà – chiarisce Silano – durante questa fase di pandemia sicuramente dovremmo sempre bere alcolici con moderazione soprattutto immediatamente prima di assumere un qualunque vaccino e non solo quello per il Covid. Questo perché l’alcol ha un metabolismo impegnativo a livello epatico e non è una buona idea sovraccaricare il fegato prima di un vaccino”. E per quanto riguarda i due bicchieri d’acqua? “Una buona idratazione è sempre importante: bisogna bere un litro e mezzo d’acqua al giorno ma non c’è nessuna indicazione specifica relativa alla necessità di bere tanto prima di vaccinarsi”, conlude Silano.



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