Crisi di governo, Renzi chiede a Fico un contratto: “Prima i contenuti, poi il premier”

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 Un contratto di programma da scrivere subito, entro martedì, per vedere se la maggioranza giallo-rossa è ancora capace di stare insieme. Italia Viva compresa. La giornata da esploratore di Roberto Fico si conclude così: oggi i partiti dovrebbero consegnare i loro punti irrinunciabili in documenti scritti al presidente della Camera. Poi, forse già stasera, partirebbe un tavolo per capire se quelle condizioni possono stare assieme.O chi dovrà cedere cosa.

Matteo Renzi esce dallo studio di Fico alle 19:55, si ferma alcuni minuti per un briefing con Maria Elena Boschi e Teresa Bellanova. Alle venti e due minuti, l’ora dei tg della sera, arriva davanti alle telecamere, con sullo sfondo gli arazzi di scuola fiorentina della sala della Regina di Montecitorio.

Parla di temi, ma dietro a ogni questione che nomina, è come si intravedesse un bersaglio: “Per i vaccini non servono le primule”, dice mettendo nel mirino il commissario all’emergenza Domenico Arcuri; “come non servivano i banchi a rotelle”, manda a dire alla ministra della Scuola Lucia Azzolina. E ancora: “Per noi è importante spendere bene i soldi del Recovery”, e qui l’avvertito è il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri.

Due frecciate, le riserva a Nicola Zingaretti e a Giuseppe Conte. Al segretario del Pd che invita alla lealtà, risponde: “Per me significa dire le stesse cose nelle riunioni private e in quelle pubbliche”, come a sottendere di aver condiviso critiche al premier che solo lui ha esplicitato. Al presidente del Consiglio, che “non servono riunioni notturne fino all’alba o emendamenti che arrivano nel cuore della notte”.

“A un governo istituzionale continuiamo a preferire un governo politico”, dice il leader di Italia Viva, ma “non a tutti i costi”. E quindi, non si capisce ancora bene perché nasca questo tavolo: per trovare davvero un programma condiviso e ripartire, o per cercare un tema su cui inciampare e mandare definitivamente a monte l’idea del Conte ter.

Oppure, ancora, per accordarsi sui contenuti in un nuovo patto blindato, “che deve dire cosa fare e quando”, come ha chiesto anche il reggente M5S Vito Crimi, per poi – con un’alleanza rinnovata – spostare il discorso sul nome di chi tutto questo dovrà guidarlo. Porre quindi, solo a quel punto, un veto su Giuseppe Conte.

Renzi non spinge sul Mes, parla in modo generico di “investimenti sulla sanità”, non pone la richiesta dell’accesso alla linea pandemica del fondo salva-Stati come condizione, ma fa capire che – se non ci sarà quello – vorrà ottenere altro. Magari sulla giustizia (altro bersaglio: Alfonso Bonafede). Dall’altra parte, il Movimento dice – almeno per ora – “sulla prescrizione non torniamo indietro, del Mes non serve neanche parlare perché non ha una maggioranza in Parlamento, basta attaccare il reddito di cittadinanza, adesso pensiamo a lavorare sul versante delle politiche attive del lavoro”. Ma aggiunge: “Condividiamo tutte le proposte avanzate dal Pd”.

Ci sono dei punti di incontro possibili, quindi, i nodi però restano tutti. A che serve un nuovo tavolo se quelli di maggioranza erano già aperti, quando Iv ha deciso di far saltare il governo? “Lì le cose si accantonavano soltanto”, dice Renzi, adesso “chi lo fa non avrà alibi. Verba volant, scripta manent”. È la linea proposta due giorni fa dall’ex ministro dei Trasporti Danilo Toninelli, evidentemente nuovo ispiratore dei giallo-rossi.

Anche il Pd va nella stessa direzione. Nicola Zingaretti chiede “spirito costruttivo” da parte di tutti, quasi intravedesse che la volontà è tutt’altra. E porta sei punti: rifoma fiscale progressiva, giustizia con attenzione ai diritti e ai tempi del processo, riforme istituzionali e legge elettorale proporzionale, una riforma delle politiche attive del lavoro, infrastrutture per scuola, sanità, ricerca, università. Infine “il tema del commercio, del turismo e del terziario, colpiti dalla pandemia”. In un corridoio della Camera, il vicesegretario dem Andrea Orlando appare ottimista: entro lunedì potrebbe esserci una nuova quadra.

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