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Crisi industriali, sindacati in pressing su Giorgetti che scrive a De Luca: “Seguo io Whirlpool”

ROMA – Continua il pressing su Giancarlo Giorgetti per la convocazione de tavoli sulle crisi industriali, ma il ministro dello Sviluppo Economico al momento si limita a inviare una lettera al governatore della Campania, Vincenzo De Luca, cercando di tranquillizzarlo sulla vicenda Whirlpool. De Luca, insieme a lavoratori e i sindacati della fabbrica napoletana, nei giorni scorsi aveva contattato il Mise: una delle decine di richieste di riunioni urgenti sulle emergenze industriali, arrivate sul tavolo del ministro dal giorno del suo insediamento e, a tutt’oggi, senza riscontro

“Caro Vincenzo – scrive Giorgetti a De Luca – ti informo che sto seguendo personalmente la situazione cercando di dare concretezza ad una possibile soluzione. Siccome sono abituato a parlare con i fatti, Ti posso assicurare che non appena ci sarà un segnale tangibile provvederò a dartene notizia e a convocare il tavolo di crisi”.

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Una risposta che, a modo suo, vale per tutte le altre istanze presentate dai sindacati e per le quali anche oggi non sono mancate le pressioni:”Sono mesi che gli oltre cento tavoli di crisi aziendali non vengono convocati dal ministero dello Sviluppo Economico scrivono in una nota i sindacati dei metalmeccanici, Fim-Fiom-Uilm, nonostante le numerose richieste unitarie delle organizzazioni sindacali al ministro Giancarlo Giorgetti. Migliaia le lavoratrici e i lavoratori che attendono risposte sul proprio futuro, con il rischio di impoverimento dei tessuti industriali e con impatti drammatici per la tenuta occupazionale di interi territori”.

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Le organizzazioni sindacali concentrano l’attenzione, in particolare, sul settore auto per il quale, sostengono, “non è più rinviabile l’apertura di un tavolo specifico, perchè la sola politica degli incentivi non è sufficiente a sostenerne il rilancio”. Le grandi trasformazioni in atto e la crisi del mercato – rposegue la nota – richiedono un intervento urgente e specifico per l’individuazione di un piano strategico che governi la transizione, ponga obiettivi e individui investimenti per il rilancio del settore e la tutela dell’occupazione. Chiediamo risposte concrete in assenza delle quali ci mobiliteremo con le lavoratrici e i lavoratori”.

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Tra i tavoli di crisi del settore auto, quello sulla Blutec di Termini Imerese (la ex Fiat), dove i lavoratori sono in presidio da settimane e minacciano manifestazioni di protesta a Roma: “Il progetto di reindustrializzazione rischia di scomparire ancora prima di partire se non vengono individuate con urgenza modalità e risorse per garantire la continuità occupazionale per gli oltre 600 lavoratori più l’indotto”, sottolineano Fim, Fiom e Uilm. Il segretario della Fiom siciliana, Roberto Mastrosimone, afferma che “il Mise avrebbe disimpegnato 170 milioni previsti per la reindustrializzazione di Termini Imerese, mentre la Regione siciliana vorrebbe destinare la propria quota di finanziamento, pari a 90 milioni, allargando il raggio di 50 Km. Se tutto questo fosse vero siamo pronti a portare gli operai a Roma a manifestare davanti al Mise”. Gli fa eco Ferdinando Uliano, segretario nazionale Fim: “Incomprensibile questa indifferenza ai problemi di centinaia di lavoratori che continuano a presidiare lo stabilimento”. Gli operai Blutec sono 635, altri 300 sono dell’ex indotto Fiat. La cassa integrazione per questi lavoratori scadrà a giugno, mentre si aspetta che il comitato esecutivo del Mise si pronunci sul programma presentato dai commissari. Un consorzio di imprese siciliane (Smart City Group) ha predisposto un progetto di reindustralizzazione in chiave green, ma tutto è ancora fermo e, sullo sfondo, si è affacciato anche l’interesse di Amazon per il terreno dove sorge la fabbrica.

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