Crollo ponte Morandi, la procura: “Rinviate a giudizio tutti e 59 gli imputati”

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La procura di Genova ha chiesto il rinvio a giudizio per tutti  e 59 gli imputati dell’inchiesta sul crollo del ponte Morandi. La richiesta è arrivata al termine dell’udienza preliminare di oggi. Nelle prossime udienze sarà il turno delle difese. Alla fine il gup Paola Faggioni dovrà decidere se accogliere o meno le richieste dei pubblici ministeri, in che misura e con quali eventuali contestazioni di reato.

La procura ha anche chiesto il dissequestro dei reperti ancora conservati nei magazzini, ma a tale istanza si sono opposti sia i difensori degli imputati che gli avvocati che rappresentano le parti civili.

Il viadotto sul Polcevera realizzato nella seconda metà degli anni ’60 su progetto e sotto la direzione dell’ingegner Riccardo Morandi è crollato il 14 agosto del 2018 all’ora di pranzo.
Le vittime della tragedia sono state 43. Perlopiù automobilisti ma anche chi lavorava sotto il ponte come due dipendenti di Amiu.
Le indagini partite a largo raggio si sono concentrate sostanzialmente su due filoni. Quello di Aspi e di Spea, controllata di Atlantia e addetta a progettazione e monitoraggio, e su tecnici e dirigenti del Ministero dei trasporti a livello centrale e periferico.
Le richieste di condanna della procura sono arrivate al termine di una fitta serie di udienze preliminari in cui pm oltre a ricostruire la storia del crollo dal punto di vista dell’accusa hanno anche usato toni sprezzanti e sarcastici nei confronti dei principali indagati, i manager di Aspi.
“Anche un pensionato a Certosa si sarebbe accorto, semplicemente osservandolo, che ponte Morandi aveva problemi. E che il processo di corrosione, evidente, non sarebbe potuto arrestarsi da solo”. Questo era stato l’inizio della ricostruzione dei pm Massimo Terrile e Walter Cotugno, il 27 gennaio.

Il processo

Crollo del Ponte di Genova, parlano i pm: “Anche un pensionato si sarebbe accorto dei problemi del Morandi”

 “Nessuno dal 1992 è intervenuto sulle pile 9 (quella crollata, ndr) e 10. Anche se erano appunto noti i problemi. Chiunque avrebbe dovuto rendersi conto che la condizione delle pile era critica e avrebbe dovuto attivarsi e proporre interventi di manutenzione pari a quelli fatti sulla pila 11”, effettuati nel 1992. “È stata la progressiva corrosione dei piloni a causare la strage, non un imprevedibile difetto progettuale”.

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