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Csm, Davigo non teme di essere indagato: “Io sul banco degli imputati? Ci sono abituato”

Non ritiene di aver fatto nulla di illecito. Non pensa di aver violato il regolamento cui sono tenuti i membri del Consiglio superiore della magistratura, nel quale sedeva fino all’ottobre scorso. Non sta scomodo sul banco degli imputati, “ci sono abituato fin dai tempi di Mani Pulite”. Tantomeno, Piercamillo Davigo teme di essere indagato: “Assolutamente no”, la stessa sicurezza e serenità di sempre.

Csm, i verbali di Amara. Davigo interrogato, guerra tra Procure

Eccola la versione dell’ex pm di Mani Pulite ed ex membro del Consiglio superiore della magistratura che è stato sentito ieri dalla Procura di Roma, come testimone, nell’inchiesta sui dossieraggi al Csm. Davigo, intervistato a Piazza Pulita, offre la sua ricostruzione dei fatti che lo vedono protagonista, insieme al pm milanese Paolo Storari, della impropria consegna – fuori, cioè, di ogni protocollo o deposito formale – degli atti segreti di Piero Amara, sulla presunta loggia massonica Ungheria, di cui farebbero parte magistrati, politici, industriali, vertici delle forze dell’ordine. Nell’aprile 2020, Storari diede a Davigo copie dei verbali, perché in conflitto con il suo procuratore capo, Francesco Greco, e con gli aggiunti Laura Pedio e Fabio De Pasquale, sia sulle presunte inerzie che facevano ritardare l’iscrizione nel registro degli indagati, sia sulla gestione dell’avvocato Amara, una figura assai controversa ma centrale nell’inchiesta Eni. Oggi, Storari è indagato a Roma per rivelazione di segreto e Davigo è teste dello scandalo che torna a scuotere Csm e magistratura italiana.

Csm, Davigo: la parabola del pm, dal pool di Mani pulite ai corvi della giustizia

Caso culminato nella perquisizione e nell’inchiesta della Procura guidata da Michele Prestipino a carico della ex segretaria di Davigo, Marcella Contrafatto: indagata per calunnia e ritenuta la “postina” di parte di quegli stessi verbali recapitati ad alcuni giornalisti. È la funzionaria, moglie di un altro stimato magistrato, di cui ora Davigo parla per la prima volta: “Sono rimasto molto sorpreso. Per me è sempre stata una persona affidabile”.

Alla domanda sul caso Csm e il procuratore di Milano, Francesco Greco, risponde: “Non compete a me dare valutazioni del genere. Il problema è che quando uno ha delle dichiarazioni che riguardano persone che occupano posti istituzionali importanti… se sono vere è grave, ma se sono false è gravissimo. Quindi in un caso e nell’altro bisogna fare le indagini tempestivamente per vedere se sono vere o se non lo sono. Per fare le indagini bisogna iscrivere e bisogna aprire un procedimento, non si possono tenere per mesi le cose ferme”. Davigo ha poi detto di non volersi esprimere su una sua eventuale informazione del caso al presidente della Repubblica.



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