Da Biden a Zuckerberg e Morgan Freeman, la Russia mette al bando 963 americani

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Il Cremlino ha bandito a vita l’ingresso in Russia a quasi mille americani, tra cui il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e la vicepresidente Kamala Harris. Ma nell’elenco di 963 persone stilato dallo staff del governo, sotto la supervisione del presidente Vladimir Putin, ci sono star di Hollywood e del mondo digitale, giornalisti e top manager, e altri uomini di governo, tra cui il segretario alla Difesa Lloyd Austin, che pochi giorni fa aveva avuto una telefonata con il suo omologo russo Sergey Shoygu.

Probabilmente nel colloqui il capo della diplomazia russa non ha riferito al collega che presto sarebbe diventato “persona non gradita” insieme a tutto il governo. L’elenco include anche il segretario ai Trasporti Pete Buttigieg, il figlio del presidente, Hunter Biden, l’ex segretario di Stato Hillary Clinton, l’ex portavoce della Casa Bianca Jen Psaki e l’attore Morgan Freeman. Ma anche la Speaker della Camera Nancy Pelosi, il leader della maggioranza al Senato, il democratico Chuck Schumer e quello di minoranza alla Camera, il repubblicano Kevin McCarthy. Il senatore conservatore Mitch McConnell non è nell’elenco, così come il senatore repubblicano Rand Paul, l’unico a opporsi all’invio di aiuti all’Ucraina.

La notifica da parte del Cremlino è arrivata a poche ore dal nuovo pacchetto di aiuti da 40 miliardi di dollari deciso dal Congresso e firmato dal presidente Biden. Nel piano è previsto un piano da 20 miliardi in armi tecnologiche di ultima generazione e sistemi avanzati di difesa. Mentre il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si faceva consegnare l’elenco delle persone a cui dire grazie, Putin si segnava i nomi su cui mettere un grossa croce. Il provvedimento era atteso da mesi, da quando gli Stati Uniti avevano spinto per avviare una serie di sanzioni economiche e politiche per mettere in ginocchio la Russia e isolare Putin.

La messa al bando di Biden era stata annunciata, tanto che la sua portavoce, Psaki, aveva ironizzato, dicendo che se ne sarebbero fatt una ragione, ricordando che nessuno alla Casa Bianca aveva intenzione di andare in viaggio turistico a Mosca. A sorprendere è il lungo elenco, in cui compaiono anche nomi non previsti, tra cui quello della cospirazionista repubblicana Marjorie Taylor Greene, che si era opposta agli aiuti all’Ucraina e aveva dovuto applaudire, con gesto stirato, il video-intervento di Zelensky al Congresso americano. Vietato l’accesso anche ai trumpiani Lindsey O. Graham, Ted Cruz e Marco Rubio, oltre alla giovane democratica Alexandira Ocasio-Cortez.

Ma ci sono anche personaggi che provengono da altri ambienti: tra questi, il fondatore di Facebook Mark Zuckerberg e il presidente di Microsofrt Brad Smith, i giornalisti Susan Glasser del New Yorker, Bret Stephens del New York Times e Bianna Golodryga della Cnn. Nessuno della Fox, che ha attaccato Biden, è stato toccato. E, naturalmente, non figurano né Donald Trump e né il suo grande estimatore, e candidato a rilevare Twitter, Elon Musk. C’è, invece, tra le star di Hollywood Morgan Freeman. Paga la frase che pronunciò nel 2017 in un messaggio video in cui aveva accusato la Russia di aver complottato contro gli Stati Uniti. “Siamo stati attaccati – disse – siamo in guerra”. Cinque anni dopo, il Cremlino gli ha inviato la risposta. 

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