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Da Brescia a Roma a piedi per Patrick Zaky: “Il governo gli dia la cittadinanza italiana”

“Ho fatto mille chilometri a piedi perché, in tempi come questi, bisogna prendersi cura delle libertà degli altri”. Marino Antonelli nella vita lavora in banca a Brescia, ma trenta giorni fa è partito in un viaggio a piedi di mille chilometri che in un mese lo ha portato a Roma per richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica e del governo sulla vicenda di Patrick Zaky. “Ho pensato a lui come fosse uno dei nostri ragazzi e mi ha colpito la tortura senza fine e l’ingiustizia senza senso che lo ha colpito”, ha spiegato Antonelli. Al suo arrivo nella Capitale ha trovato un flash-mob dell’associazione Station to Station organizzato per ribadire al governo l’importanza della concessione della cittadinanza italiana allo studente egiziano, detenuto in Egitto dal febbraio 2020 senza che sia stato celebrato alcun processo. “Il tempo sta finendo, ma questo non è compatibile con i tempi della diplomazia”, ha detto l’attivista Marina Baldisseri. Al sit-in erano presenti esponenti del Partito Democratico, come Filippo Sensi, Lia Quartapelle e la presidente Valentina Cuppi, e il portavoce di Amnesty Italia Riccardo Noury. “Le condizioni di Patrick ci lanciano un appello urgente a fare qualcosa – ha detto Noury -. Purtroppo però questa urgenza nel governo italiano noi non la vediamo”.

Di Francesco Giovannetti



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