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Da lidi sostenibili a boutique del gusto: in Campania il mare a 360°

A picco su acque cristalline, sospesi nelle insenature della costa campana. Dai locali cult a ristoranti stellati – o che meriterebbero la stella -, si va per angoli paradisiaci a due passi dal mare. Lidi e stabilimenti balneari, ma anche boutique che si sono reinventate. Qui, lo sguardo si perde all’orizzonte e la forchetta affonda in tante prelibatezze. In alta quota, su terrazze naturali o dalla vista davvero particolare. Per passeggiare a un soffio dall’acqua, sentire la brezza sul viso o la salsedine sulla pelle, mentre si gusta una cucina identitaria, variegata nell’offerta. Tendenze nipponiche, orti bio a due passi dal mare, carte dei vini da sogno. Ecco alcuni luoghi che ispirano le mani dei creativi, saziando le pance dei curiosi. 

L’insenatura – Miliscola 

Scavato nella roccia, praticamente dentro l’acqua. Poco conosciuto anche ai napoletani, deve la sua potente bellezza al luogo in cui dimora.  L’Insenatura di Antonio Lucignano è un po’ come l’isola che non c’è. Eppure esiste ed è situata di fronte all’isolotto Punta Pennata, sulla spiaggetta dello Schiacchetiello, nel  Parco Regionale dei Campi Flegrei. Autentica cucina marinara, fortemente identitaria, con servizio spartano e prezzi pop. L’arrivo è solo in barca, si scende sulla pedana costeggiata da un cordone marinaresco. Un posto d’incanto, come le fritture, gli spaghetti e vongole, i peperoncini verdi, seppie e fagioli, cozze e sconcigli tritati. In fondo, la semplicità è la complessità risolta.

L’insenatura – Miliscola  

Turistico Beach Park – Bacoli

Una manciata di passi e splash, siete in acqua. Un attimo dopo siete dritti a tavola. La sabbia sotto i piedi. E di sera, sotto le stelle, con una colonna sonora unica: le onde del mare. In cucina, il concept è incentrato sulla fusione, con tendenza al giapponese. Sempre più di moda, ma ben riuscita per il contesto giovanile e modaiolo che naviga da queste parti. A tavola on the beach o suppergiù, chef Marcello Santini innova la scena del seafood  da spiaggia al lido deluxe Turistico Beach Park. La mise en place non te l’aspetti. Prezzi accessibili. E non c’è solo mare e sole, sashimi e nigiri farciti con prodotti locali: nel menù, anche ricette rivisitate a base di carne. Insomma, ci si abbronza e si mangia con allegria.

Tra templi e vigne, alla scoperta dei Campi Flegrei del vino

Bikini – Vico Equense 

Storica location mozzafiato, scelta anche per chi convola a nozze over the sea. Mare e Vesuvio si uniscono all’orizzonte per regalare uno scenario da far male agli occhi. Puoi fare un tuffo, prendere il sole e un calice di champagne, una bollicina italiana. La carta dei vini offre solo l’imbarazzo della scelta. Tutto questo già basterebbe per andare al Bikini di Giorgio Scarselli. In realtà, c’è qualcos’altro che rende unico il tutto. Ed è la possibilità di veder servito l’altro “lato” del mare. Dritto nel piatto: yin e yang, top e slip, menù pranzo e menù cena. La cucina è un tuffo nella parte più profonda e segreta del mare. Non manca la memoria della montagna, appena di spalle. Ed ecco la scaloppa di vitello al latte, la pizza fritta con i gamberi, le alghe e i limoni sommersi, il peperone ‘mbuttunato. La maestria dello chef Giulio Coppola (che è subentrato alla giapponese Fumiko Sakai) porta a tavola fine dining. Alta qualità della materia, stile gourmet. Volete ancora un altro motivo? L’orto strappato alla roccia, che genera una “ruchetta di scoglio” come non si trova altrove.

Cicciotto a Marechiaro – Posillipo 

“Spunta la luna a Marechiaro”, a due passi dalla scalinata dei pescatori e dalle cavità in tufo. Qui, prima c’era Don Vincenzo, per tutti Cicciotto, da cui prende nome il ristorante. Dal 1942. Un locale cult di Napoli, che ha visto sbocciare tanti amori al calar della luna in mare. La stessa che “decantava” Sergio Bruni, forse mentre assaporava una prelibatezza veracemente partenopea, seduto sul balcone che vista mare. Un luogo d’altri tempi, fuori dal giro dei gourmet. Punto di forza? La schiettezza, la capacità di fare solo ciò che si sa fare: impareggiabile la selezione del pescato. Prima di diventare una trattoria, era una cantina scavata nel tufo dove si produceva vino. Poi, si evolse in “enoteca” – quando non c’era idea di cosa fosse quest’ultima. Solo una settantina di anni fa, si inizia a cucinare quello che veniva portato dai pescatori del borgo. Genuinità? Omnia vincit.

Yachting Club La Voce del Mare – Torre del Greco 

Negli anni ‘70 era il borgo vesuviano della cucina di mare per eccellenza e varietà. Il litorale di Torre del Greco torna a sorridere al settore della ristorazione. E anche grazie a Giuseppe Fornito: il suo locale si è allargato, oggi vanta una piattaforma sul mare che, accompagnata dal panorama incantevole di Napoli, offre una tela spettacolare ai piatti a base di pesce, innovativi e orientaleggianti. Si gioca molto con la materia, anche per preparare sushi “nostrano”. Un esempio? Nigiri con ricciola cotta e cruda, aromatizzata con prugna fermentata. Forte resta la tradizione marinara: paccheri alla
 luciana, frittura di pesce, tempura di gamberi e grigliate miste. La selezione di vini e le proposte cocktail in carta meritano uno chapeau.

La serra – Hotel Le Agavi – Positano  

La Serra – Positano
Una calanca incastonata nella Costiera, presepe di marinari e sirenette. L’incanto del mare di Positano unito alla fantasia delle montagne che strapiombano nell’acqua. Aldilà del colpo d’occhio, notevole, il ristorante La Serra dell’hotel Le Agavi della famiglia Capilongo è affidato alle sapienti mani della coppia (anche nella vita) Luigi Tramontano (che qui ha riconquistato una stella Michelin) e Nicoletta Gargiulo, già Miglior sommelier d’Italia 2007 e presidente Ais Campania, con una lunga e blasonata storia professionale alle spalle. Un binomio vincente, un angolo di paradiso, dove la proposta gourmet si può raccontare in poche parole chiave: delicatezza, equilibrio, contaminazione e teatralizzazione. La carbonara al cucchiaio ne è un emblema. Un’esperienza da vivere soprattutto al calar del sole, godendo di Positano by night.

Suscettibile a Salerno, il ristorante che celebra i sapori del Cilento

Suscettibile – Pioppi 

Non è solo un museo a cielo aperto, incontaminato e slow. Il Cilento è molto altro. Tra questo, c’è il borgo marinaro di Pioppi, diventato famoso per la storia di Ancel Keys e la Dieta Mediterranea. Qui, c’è chi custodisce cimeli di questo racconto e una terrazza vista mare davvero particolare. Un luogo vissuto da poche anime d’inverno, meta corteggiata d’estate. Un posto sensibile all’influenza del mare, che sa raccontare bene Antonio Morinelli, patron di Suscettibile, il cui nome si riferisce alle suscettibilità del mare. Quello che dona ai pescatori, è solo arte sua. Qui dicono che sia un vero “paccio”, come dicono i cilentani. A pranzo o a cena, potete accorgervi subito del perchè: ha una carte de vins da far invidia. E’ di certo la più fornita del Cilento. Tra gli champagne di importanti Maison, ad altre più di nicchia. Da etichette di produttori artigianali a cantine più conosciute. Roba da pazzi, appunto. Il menù cambia ogni anno, ovviamente c’è il “fuori menù”. Piatti must? Genovese di tonno con spuma di cacioricotta caprina, tonno scottato e alici fritte, pescate a due passi, servite con maionese “homemade”. 

Suscettibile – Pioppi – Tegolino Ricotta e Canditi di Pioppi  

Poseidonia Beach Club – Ascea Marina 

Una enorme spiaggia di sabbia dorata che guarda verso Punta del Telegrafo, nota come la “scogliera” di Ascea Marina. Un forziere di pesce fresco, un approccio green e un solo capitano: Giovanni Rizzo. Lupo di mare, è stato pioniere di molte novità nel settore balneare che punta alla ristorazione di alta qualità. Senza cadere nel gourmet. E il “Poseidonia Beach Club” è la prova di un sogno riuscito. Un luogo all’avanguardia, che non smette mai di stupire. Dall’orto biologico di ortaggi e verdure – usato anche a scopo didattico per intrattenere i bambini al mare, facendogli conoscere le tipicità del Cilento – all’angolo libreria “free”, con tanto di divanetti relax per la lettura. Molta attenzione è posta alla sostenibilità e alla salute: il totem multifunzione a disposizione dei clienti per ricaricare tablet, cellulari, auto e monopattini elettrici, usu l’energia prodotta dall’impianto fotovoltaico sul tetto del locale. La stessa che produce le lucine della sera che illuminano le sale del ristorante. Mediterranea la proposta culinaria, elegante e semplice la mise en place. Dai vini ai gelati, Rizzo punta sempre a prodotti ricercati, che fanno la differenza. Precursore della cucina nipponica sulle coste del Cilento, quest’anno lo stabilimento ha diversi punti di forza. Dall’angolo pizzeria, in cui nasce un progetto con il pizzaiolo Vincenzo Iannucci, alla possibilità di cenare con pezzogna all’acqua pazza, alici fresche e pescato del giorno sulla pedana in legno sulla spiaggia. O, su richiesta, a lume di candele in riva al mare. 

Ci.Bo – Acciaroli 

Un terrazzino de charme, grazioso, intimo che mostra la bellezza del tramonto ad Acciaroli, uno dei borghi più blasonati del Cilento. Un piccolo gioiello, raffinato nel design, molto friendly nell’accoglienza, ideato da due giovani amiche e imprenditrici, Marianella Radano e Federica Vassallo. Un locale per curiosi e appassionati. Attenzione, hanno solo nove posti vista mare. Per il resto, c’è un dehors molto chic, abbracciato da tendaggi bianchi, posto all’inizio del corso principale. A tavola, una selezione accurata di eccellenze, che si possono anche acquistare. “CI.BO.” sta per Cilento Boutique, o degustare a seconda dei piatti del giorno (hanno una piccola cucina dove sperimentano gli abbinamenti con creatività). Paste artigianali, fico bianco del Cilento, cacioricotta di capra, mozzarella nel mirto, alici di Menaica, Olio EVO e olive ammaccate. Non mancano vini e liquori, rigorosamente prodotti in queste terre.  Un modo diverso per vivere la cucina locale, per raccontare il Cilento e per conoscere le storie dei produttori. Anche attraverso occhiali 3D per la realtà virtuale. E i video-racconti sono stati girati direttamente da loro. Come si dice, “se Maometto non va alla montagna, la montagna va da Maometto”. O da CI.BO.

La taverna del mozzo – Marina di Camerota 

Ormeggiano pescherecci e yacht, entrambi catturati dal mare cristallino di Marina di Camerota. La storica piazzetta che si affaccia nel porto è sempre più movimentata d’estate, accogliendo anche i tavolini de La Taverna del Mozzo. Tavoli bianchi e brezza marina, in attesa di gustare i piatti del giovane chef Davide Mea, che racconta la sua terra natìa con umiltà e bravura. Scorre il mare nella sua cucina schietta, autentica, ricercata con criterio e fantasia. Protagonista è lo stile marinaro, qui il pescato è a miglia marine zero. Non mancano i legumi, sempre quelli figli del Cilento. Molto buona la batteria di crudi, ricci, ostriche, ma anche gli spaghetti con i friggitelli o le alici, l’aragosta, lagane con ceci di Cicerale e totani, la zuppetta scorfano, gambero e scampo. Interessante la carta dei vini che viaggia da produzioni made in Cilento a bottiglie di firma internazionale. Al tramonto, è tempo di aperitivo con
 il cuoppo fritto cilentano e un calice di champagne. Da sorseggiare all’aperto, in attesa della magica atmosfera delle mille luci che illuminano il porto e la baia.



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