Da Sarri a Capello passando per Ancelotti e Ronaldo, quando il dito (medio) è di troppo

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E poi scatta il dito. Medio, ovviamente. Il “Digitus Impudicus”, il “Dito Indecente” lo chiamavano gli antichi romani, il dito fallico, quello dell’insulto. Può essere fiero, imperiale, superbo e manifesto con il braccio teso; oppure furtivo e quasi clandestino, come quello che Antonio Conte martedì sera all’Allianz Stadium ha rivolto ad Agnelli, Paratici e Nedved, mentre si dirigeva verso il tunnel all’intervallo della semifinale di Coppa Italia tra Juventus e Inter. La tradizione nel mondo del calcio è assai ricca, variegata e non priva di sorprese. Con una certezza: in medio (non) stat virtus.

Il dito rabbioso di Delio Rossi

Finale incandescente di Sampdoria-Roma (febbraio 2013), parapiglia, diverbio tra Delio Rossi e i giallorossi Totti, De Rossi e Burdisso. Rossi (ex laziale) rivolge il dito medio a Burdisso. “Mi ha provocato”, dirà a fine gara. Espulso, due giornate di squalifica. Commento di De Rossi: “Non ci si può nascondere sempre dietro la trance agonistica, Rossi ha dei precedenti…”. Un anno prima (alla Fiorentina) Delio aveva preso a cazzotti un suo giocatore, Ljajic.

Il fiero dito di Capello al Bernabeu

Ditone medio prolungato quello che il Don Fabio madridista (gennaio 2007) esibisce rivolto ai tifosi del Real che lo stanno insultando durante la sfida col Saragozza. Quel dito vale come un punto esclamativo sull’incazzatura che Capello covava da tempo. El Pais lo definisce un “Hooligan della panchina”, il Real multa Capello che a fine anno vince la Liga e se ne va.

Il dito medio di Sarri ai tifosi della Juve 

Il dito di Sarri dal pullman

Prima del big match tra Juventus e Napoli (aprile 2018) Sarri dal pullman della squadra mostra il dito medio ai tifosi. “E’ stato un gesto di reazione verso una ventina di stupidi che ci urlavano di tutto”, spiega a fine gara. Un anno dopo diventa l’allenatore della Juventus e si giustifica così: “Fu un errore, una reazione esagerata”. Non tutti accettano le scuse. L’ex presidente bianconero Giovanni Cobolli Gigli si sveste del suo aplomb e suggerisce a Sarri un uso alternativo del dito. “Se lo metta in un altro posto”.

Il dito di Mancini nel derby

Lo piazza lì – il dito medio – andandosene perché è stato espulso per proteste. Gennaio 2016: i tifosi del Milan gli stanno lanciando finocchi. Ok, spieghiamo: “Finocchio” era l’insulto che Roberto Mancini si era beccato poco tempo prima dal collega Maurizio Sarri. Quello stesso giorno altro gesto elegante, stavolta del milanista Matteo Salvini che in tribuna esulta col gesto dell’ombrello dopo che Icardi ha calciato sul palo un rigore. Milan-Inter 3-0, una giornata di squalifica per Mancini che dice: “In Inghilterra non sarebbe mai successo”.

Delio Rossi 

Il Balo-dito fa doppietta

2010: Inter-Juventus, dalla curva parte un coro vergognoso: “Se saltelli muore Balotelli”. Mario dal campo replica alzando il dito medio. La replica nell’ottobre 2019, Brescia-Inter. Mario Balotelli ci casca di nuovo. E cede alle provocazioni sfoderando un clamoroso dito medio agli ultrà interisti che lo stanno sfottendo. E’ il periodo in cui cerca di tornare il SuperMario di una volta, ma si ferma al Superdito. Il ct dell’Italia Mancini – interpellato sulla questione – scuote la testa: “Caro Mario, non si fa così…”.

Il dito di Ancelotti per rispetto al maiale

Lo indirizza – da allenatore del Milan nel 2008 – alla Curva Scirea. Lo stanno insultando cantando “Un maiale non può allenare”, rievocando lo striscione che comparve quando Ancelotti – nel 1999 – andò a sedersi sulla panchina bianconera. Nella sua autobiografia, “Preferisco la coppa”, Carlo spiegherà: “Gente di poca fantasia, quella, sempre il solito coro: “Un maiale non può allenare”. Mi fa tremendamente girare i coglioni. È un’insopportabile mancanza di rispetto verso la figura del maiale”.

Il dito medio di Ancelotti 

Il dito-bis di Ancelotti in Bundesliga

Gesto poco elegante, però consapevole, esibito a mo’ di protesta, contro i tifosi dell’Hertha di Berlino che gli sputano addosso mentre infila il sottopassaggio che conduce agli spogliatoi. Il Bayern ha appena pareggiato con un gol di Lewandowski al 6° di recupero. Ancelotti liquida la questione con ironia: “Segnerò la data sul calendario: la mia prima volta a Berlino è stata davvero una bella esperienza”.

Il dito Special-One di Mourinho

Poteva mancare il dito medio nel repertorio di un professionista delle provocazioni come Josè Mourinho? No. Infatti, siamo agli inizi della carriera. Manchester Utd-Porto, ottavi di Champions edizione 2004 che alla fine vedrà in trionfo i portoghesi, al 90° segna Costinha, 1-1, il Porto si qualifica e Mou esulta mostrando il dito medio a tutto l’Old Trafford.

Il dito offeso di Cristiano Ronaldo

Si reagisce spesso per frustrazione, talvolta per lesa maestà. Come Cristiano Ronaldo che (novembre 2011) atterra all’aeroporto di Sarajevo per lo spareggio per l’Europeo Bosnia-Portogallo e viene accolto dai tifosi di casa al grido di “Messi/Messi/Messi”. CR7 ferito nell’orgoglio incassa il coro come un insulto ma quando quella stessa sera – all’allenamento di rifinitura – lo sente ancora (col carico di un laser che dalle tribune lo infastidisce) allora sbotta e risponde col dito medio.

Il dito ferito di Conti e Pruzzo a distanza di 34 anni

E vabbè, archiviamolo come una goliardata. Scatto privato, che però finisce su Facebook e privato non lo è più. Bruno Conti e Roberto Pruzzo ad Anfield Road posano davanti allo stemma del Liverpool, sghignazzano e mostrano il dito medio. La figlia di Pruzzo posta la foto sui social network, scoppia il casino. Conti è pure dirigente della Roma, doppie scuse con gli inglesi. Per i due giallorossi il dito medio è un risarcimento per la finale persa ai rigori – contro il Liverpool – il 30 maggio 1984. Il Tempo non cancella la ferita, il dito la rimargina.

Il dito politico di Ulivieri

Gita a Chicago (agosto 2017) per Renzo Ulivieri, vicepresidente FIGC e presidente dell’Associazione Allenatori. Davanti al grattacielo di proprietà del presidente Usa Donald Trump il compagno Renzo – con polo rosa e ghigno da Franti – si fa scattare una foto col dito medio alzato che nella prospettiva fa il solletico all’enorme scritta “TRUMP”. Poi la posta sui social commentandola così: “Già che c’ero…”.

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