Dal Pino si dimette, e adesso le elezioni. Lotito ha la maggioranza e vorrà imporre un nome suo

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Ha già chiuso casa a Roma, ora è a Los Angeles dove presto andrà a vivere con la famiglia: Paolo Dal Pino lascia, dopo soli due anni, la Lega di serie A, quella Lega che non trova mai pace. Dal Pino è ceo di Telit Communication, un impegno importante. Anche per questo lascia, ma non solo per questo. Già voleva dimettersi a gennaio, poi i molti problemi della Lega (stadi con soli 5.000 spettatori, richiesta di ristori al governo, eccetera) lo hanno convinto, con forte senso di responsabilità, ad aspettare ancora. La Lega maggiore è stata sovente travagliata, il commissario Giovanni Malagò aveva suggerito il nome di Gaetano Miccichè, ma anche lui non era durato molto poco. Guerre interne continue, correnti, agguati. Un calcio che non trova mai pace. Dal Pino era stato eletto solo due anni fa, a gennaio, poi riconfermato: ma molte delle sue riforme, a cominciare dai Fondi, approvati in Spagna, non avevano avuto successo. Sia la Juve che l’Inter avevano cambiato opinione, e questo era spiaciuto ad un manager così attento e moderno come Dal Pino. Caudio Lotito, che lo aveva sponsorizzato due anni fa con convinzione, negli ultimi tempi gli aveva fatto la guerra anche, così come sta facendo la guerra a Gravina, suo vecchio nemico (vedi Spy Calcio del 31 gennaio).

La unione fra n.1 della Figc e della Lega di A non era piaciuta a qualche presidente, ma quella unione aveva portato a gestire nel migliore dei modi la pandemia e fare ripartire e concludere il campionato due anni fa. Anni travagliati, di fibrillazioni continue. Molti presidenti sono andati per conto loro, nessuna unione. Dal Pino si era impegnato, così come si era impegnato il suo predecessore: ma non è bastato. Lotito ora ha la maggioranza, 12 voti, e ha appena fatto eleggere Blandini, ex ds della Siae, come consigliere indipendente di Lega. Ora, non essendoci un vicepresidente, verranno indette elezioni il più presto possibile: ci sarà di sicuro battaglia, Lotito cercherà di imporre un uomo suo. Ma ervono 14 preferenze e al momento nessuno le ha. Si rischia un altro commissariamento? Il mondo del calcio, Figc e Lega, in questo batte tutti i primati… 

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