ROMA – Il boom non era atteso. Sono 330 mila le firme digitali in tre giorni per il referendum sulla cannabis e altrettante per quello sull’eutanasia (che però con le sottoscrizioni raccolte con il vecchio metodo di moduli, autenticatori e banchetti ha sforato la quota delle necessarie 500 mila). Nessuno avrebbe scommesso sulla voglia di referendum, e peraltro su temi scomodi – la droga e il fine vita – che i partiti tendono a giocarsi ai dadi dei veti incrociati e delle campagne elettorali.
Riccardo Magi, di + Europa, tra i promotori del quesito sulla cannabis che elimina il reato di coltivazione e rimuove le pene detentive e amministrative, dice: “Il referendum vola, e questo è…
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