Decreto riaperture, Salvini ancora all’attacco: “Il coprifuoco alle 22 mette a rischio stagione Arena Verona”. Franceschini: “Non è vero”

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Se non basta puntare i piedi bisogna trovare un altro grimaldello. Non sono sufficienti le proteste e gli avvertimenti alla maggioranza e all’esecutivo? Ecco allora perchè non puntare su altro e tentare la carta della cultura? Deve aver pensato così il leader della Lega, Matteo Salvini, se oggi per convincere il governo Draghi a rivedere la decisione di non modificare l’orario del coprifuoco nel decreto riaperture ha tirato in ballo l’Arena di Verona. Il Carroccio, così come i presidenti di Regione, vorrebbe che l’esecutivo spostasse di un’ora il limite per il rientro a casa: dalle 22 alle 23. Scelta che però Draghi non condivide. “Folle mettere a rischio la stagione estiva dell’Arena di Verona, impossibile da pianificare con il coprifuoco alle 22 fino a luglio e un limite a 1.000 per gli spettatori come previsto dal decreto di ieri (che anche per questo la Lega non ha votato)”, scrive Salvini su Twitter.

Immediata la replica stizzita del ministro della Cultura, Dario Franceschini. “Anche se non ha fatto votare il decreto dai suoi ministri – ha attaccato il dem – Salvini potrebbe almeno farselo spiegare. Scoprirebbe che una norma prevede, come lo scorso anno, la possibilità di derogare al limite massimo di 1000 spettatori all’aperto, con decisione della conferenza delle regioni. Quindi – conclude Franceschini – come lo scorso anno, l’Arena potrà avere la deroga su iniziativa della Regione Veneto”.

A intervenire sulla questione delle riaperture e dei problemi per gli spettacoli dal vivo con il coprifuoco alle 22 è anche il sindaco di Verona,  e presidente della Fondazione Arena, Federico Sboarina. “Con questi limiti – dice – occorrerà rivedere l’intera programmazione areniana per l’estate 2021”. A rischio, sostiene il primo cittadino, sarebbero il concerto del Volo del 5 giugno e l’Aida diretta da Riccardo Muti, in programma il 19 giugno. Secondo l’interpretazione di Sboarina, il numero massimo di 1.000 spettatori potrebbe essere derogato “solo dalla Conferenza delle Regioni” e non dal presidente del Veneto. “A circa un mese dall’inizio della stagione areniana – conclude – non è possibile cambiare l’ambiziosa programmazione già predisposta in ogni dettaglio e su cui è già partita la macchina organizzativa”.

Parole che Salvini usa per attaccare nuovamente il ministro della Cultura:  ”Franceschini non ricorda neanche quello che ha votato ieri, è preoccupante. Glielo ha spiegato bene il sindaco di Verona”.

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