Una partita nata male, giocata peggio, è finita bene. Ha confermato un galantuomo di sicura fedeltà democratica e costituzionale al Quirinale, da dove potrà guidare questa fase di transizione con saggezza politica, imparzialità, rispetto per le istituzioni e il loro decoro. Ha reingaggiato Mario Draghi alla guida del governo, dove potrà spendere la sua perizia tecnica nelle due emergenze che un anno fa è stato chiamato a fronteggiare, il contrasto alla pandemia e la realizzazione delle condizioni per l’utilizzo dei fondi straordinari del piano europeo di ricostruzione: a cui si deve aggiungere necessariamente l’emergenza sociale richiamata da Mattarella nelle poche parole pronunciate dopo la sua rielezione, e cioè la crisi del lavoro, la crescita delle disuguaglianze…
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