I misteri finanziari di Totò Riina, il capo dei capi di Cosa nostra morto nel 2017, portano ancora al Sudafrica, al rifugio dorato del manager siciliano Vito Roberto Palazzolo. Questa è la storia dell’indagine più lunga e travagliata dell’antimafia: nel 1988 l’allora giudice istruttore Giovanni Falcone chiese di arrestare il finanziere originario di Terrasini, piccolo paesino affacciato sul mare di Palermo, aveva scoperto che c’era lui dietro la colossale operazione di riciclaggio messa in piedi in Svizzera per ripulire i soldi della Pizza Connection, il traffico di droga gestito da Cosa nostra fra il Medio Oriente, la Sicilia e gli Stati Uniti.
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